Congiuntura, 2014 specchio del 2013

2013 e 2014, anni allo specchio sulle rive del Lario, almeno per quanto riguarda la congiuntura ed i suoi dati, elaborati da Unindustria Como e Condindustria Lecco. Il secondo semestre del 2014 si è chiuso infatti sugli stessi livelli dell’anno precedente: i primi sei mesi dell’anno, più positivi, hanno fatto seguito ad un finale del 2013 anch’esso chiuso in maniera positiva e a periodi precedenti (2012 e inizio 2013) di pesanti perdite. Gli ultimi mesi del 2014, invece, hanno visto nuovamente un affievolirsi della domanda interna, dopo i timidi segnali di ripresa di inizio anno e un assestamento dell’export, dopo una crescita robusta dei due anni precedenti. I dati relativi a domanda, produzione e fatturato hanno comunque segno positivo se raffrontati ad un 2013 ben poco lusinghiero.

Il segno “più” torna su domanda, attività produttiva e fatturato col raffronto tendenziale rispetto al secondo semestre del 2013, mentre rispetto al periodo gennaio-giugno 2013 gli ordini crescono del 3,3%, segnale anticipatore di una tendenza positiva, mentre l’attività produttiva cala (-3,7%). Calano anche le vendite nel raffronto tendenziale, seppur di meno: -2,4%. La performance congiunturale è parzialmente legata a caratteristiche stagionali della produzione, riscontrata per poco meno del 30% del campione.

Rispetto al periodo luglio-dicembre 2013 c'è stato un recupero nel fatturato (+2,7%), l’attività produttiva ha registrato un incremento del 1,1% e per gli ordini si è registrato invece un +3,4%. Le previsioni per l’inizio del 2015 sono improntate ad una moderata positività, infatti difficilmente si vedranno rilevanti recuperi. L’utilizzo della capacità produttiva mediamente impiegata risulta stabile e comunque superiore rispetto ai livelli molto bassi riscontrati nel 2012. Infatti, per il quarto semestre consecutivo si fanno segnare stabilità o incrementi. Il dato si attesta al 73,1%.

Buona la propensione all’export, con quasi il 50% del fatturato realizzato al di fuori dei confini nazionali, anche se molte esportazioni riguardano l'Europa occidentale. Il costo associato all’approvvigionamento delle materie prime registra, nel corso del secondo semestre, minime variazioni al ribasso (minori dell’1%) rispetto ai listini di inizio anno o di dodici mesi fa. L’incidenza media dei costi delle materie prime sul totale dei costi risulta pari al 30%.

C'è ancora criticità nei rapporti delle aziende con gli Istituti di Credito, mentre sul fronte occupazionale nella maggioranza dei casi c'è stabilità (poco meno dell’80%), nel 15% invece peggioramenti. Le aspettative per i prossimi mesi del 2014 confermerebbero tale scenario.

Alla voce “ordini” c'è un incremento nel secondo semestre del 2014 (+2,7%) ed anche il parallelo con il secondo semestre del 2013 è positivo (+3,3%). Le previsioni per i prossimi sei mesi sono buone. Diversità di risposte sulla produzione a seconda delle dimensioni delle aziende: il dato dell’attività produttiva delle imprese nel complesso è pari a -3,7% ma la produzione per le imprese medio-grandi è calata del 5,5% mentre cala del 2,2% per le imprese piccole. Le aspettative per i prossimi sei mesi del 2014 risultano invece positive indipendentemente dalle dimensioni e dal settore.

Sul fatturato infine la rilevazione del secondo semestre 2014 ha riscontrato un calo rispetto alla rilevazione precedente e un incremento del 2,7% rispetto a fine 2013. Anche il dato complessivo sulle vendite risente di andamenti differenti tra piccole imprese e medie imprese. Il dato negativo indicato in precedenza per l’evoluzione congiunturale (-2,4%) è trainato dalle imprese più grandi che registrano -5,1% (le aziende piccole segnano -0,2%). Saldo in sostanziale pareggio per le vendite sul mercato domestico, negativo (lieve) per l’export; sono quasi un quarto le imprese che indicano stabilità (sia in Italia che all’estero). Diversa è la situazione per imprese piccole, dove si rileva una inversione di tendenza verso il segno “meno”, dopo mesi a cavallo tra primavera ed autunno migliori.

Suddividendo il fatturato in base al Paese di destinazione si evince che c’è una buona propensione ad esportare i propri prodotti: il 53,7% delle vendite avviene in Italia, il 26,3% in Europa Occidentale, il 2,7% nei BRICS, il 3,5% negli Stati Uniti e il 4,3% in Europa dell’est. La restante parte è divisa tra Asia, America centro-meridionale e altri Paesi. I giudizi sul futuro prossimo sono improntati all’ottimismo e alla fiducia; in media il fatturato è previsto crescere del 2%.

“Il secondo semestre dell’anno che si è appena concluso – commenta il presidente di Unindustria Como, Francesco Verga (nella foto) – non ha ancora definitivamente certificato quella ripresa che si era annunciata nei sei mesi precedenti. I dati che ci vengono consegnati dalle nostre rilevazioni mostrano segni positivi rispetto allo stesso periodo del 2013, ma è una consolazione ancora non sufficiente, vista la fase eccessivamente negativa da cui si proveniva. Ci conforta che le aspettative della maggioranza degli intervistati siano positive, sicuramente influenzate da un deprezzamento del petrolio e dell’euro rispetto al dollaro. Elementi importanti, esogeni, che però da soli non sono sufficienti, come peraltro dimostrano i primi mesi del 2015. E’ fondamentale che tutto il sistema – paese contribuisca alla ripartenza definitiva. A partire dal sistema creditizio dove ancora rileviamo forti squilibri tra imprese (poche) cui viene offerta ampia liquidità e imprese che avrebbero necessità di un supporto che viene ancora negato”.

5-3-2015

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