L’assemblea di Confindustria Toscana Nord, svolta ieri a Lucca, ha perfezionato l’assunzione della presidenza dell’associazione da parte di Fabia Romagnoli, che subentra così a Daniele Matteini. Il primo scottante tema toccato dalla nuova presidente in occasione della sua prima assemblea con questa veste è stato la politica industriale, anche tema del tavolo a cui hanno partecipato, oltre alla neo presidente, anche i vicepresidenti di Confindustria Lucia Aleotti (con delega al Centro Studi) e Marco Nocivelli (con delega alle politiche industriali e al made in Italy) moderati da Silvia Sciorilli Borrelli, corrispondente da Milano del Financial Times.
“La politica industriale è un argomento estremamente vasto – spiega la presidente – e dal perimetro non sempre esattamente definibile. E’ necessario mettere a fuoco le condizioni di base del fare impresa. Alla luce dei cambiamenti radicali in atto che riguardano anche le catene commerciali mondiali e che impongono alle imprese grandi sforzi per restare competitive, dobbiamo stabilire se condividiamo che l’industria sia ancora alla base di uno sviluppo sano del nostro territorio”. Un territorio, quello di Lucca, Pistoia e Prato, che vede il 30% del valore aggiunto provenire proprio dall’industria: “Su un territorio che è il 13,5% della superficie toscana – commenta Romagnoli – con una popolazione che è un quarto di quella regionale, ha sede nelle nostre tre province il 31,5% degli stabilimenti industriali. Tuttavia abbiamo già perso e continuiamo a perdere terreno: non solo, inevitabilmente, nei confronti di paesi di recente industrializzazione caratterizzati da bassi costi di produzione, talvolta associati anche alla disponibilità di materie prime. Ma l’Italia ha il fiato grosso anche per reggere la concorrenza degli altri paesi occidentali, dei nostri stessi compagni di viaggio dell’Unione Europea. Unione Europea che a sua volta, peraltro, negli ultimi anni nella generazione di PIL non ha fatto che arretrare rispetto agli Stati Uniti, mentre parallelamente la Cina avanzava. Insomma in una Europa che già non brilla la nostra Italia è abbastanza opaca. Nel 2024, dichiara l’ISTAT, la produzione italiana è diminuita in volume del -4% rispetto a un 2023 che aveva già perso 2 punti percentuali sull’anno precedente. Abbiamo quindi fatto peggio della UE27 che si è fermata a quota -2,4%; la maggiore perdita della Germania (-4,6%) è un problema nel problema, data l’intensità dei rapporti economici fra le due nazioni. Il debole segno positivo (+0,4%) della produzione italiana nel trimestre gennaio-marzo 2025 – il primo in crescita dall’ormai lontano 2° trimestre 2022 – è una buona notizia, come lo sono anche l’indice pmi HCOB del manifatturiero nell’Eurozona a maggio, anch’esso in leggero incremento, e per l’Italia le previsioni positive per il secondo trimestre 2025 elaborate dal Centro Studi Confindustria. Ma questi segnali flebili”.
Un altro tema cruciale è quello fiscale. Aumentare l’imposizione fiscale sul lavoro non va nel senso di una proficua politica industriale: ma è quello che è accaduto nel 2024: la media del cuneo fiscale sulle retribuzioni dei single senza figli nei paesi OCSE è al 34,9%, l’Italia è a quota 47,1%.
Un ultimo grido d’allarme è stato lanciato da Romagnoli sul tema delle infrastrutture: “Nonostante il volano importantissimo costituito dal PNRR, arrivano segnali non positivi. E’ di poche settimane fa l’allarme, fatto giustamente proprio dai colleghi di ANCE Toscana Nord, per l’annunciato taglio dei trasferimenti alle province per le manutenzioni stradali, con il rischio che appalti già aggiudicati non vengano contrattualizzati o, se già avviati, non possano avere continuità: parliamo di una riduzione di risorse da quest’anno al 2029 fino al 70%”.
Per ripercorrere il curriculum della confermata presidente, Fabia Romagnoli ha ricoperto per due mandati la carica di vicepresidente di Confindustria Toscana Nord con delega alla sostenibilità. È presidente di Mariplast spa, azienda internazionalizzata di stampaggio di materie plastiche; nel 2010 ha fondato il marchio Re+ di lampade di design in plastica riciclata. Dal 2013 al 2018 è stata presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato. Attualmente è consigliere indipendente di EL.EN. spa, membro del consiglio di amministrazione di Interporto della Toscana centrale spa e presidente del Museo del Tessuto di Prato.
E’ stata eletta oggi anche la squadra di Romagnoli: vicepresidenti sono Massimo Capecchi (Pistoia, nuovo ingresso), con delega alla crescita e all’internazionalizzazione, e Tiziano Pieretti (Lucca, confermato), con delega all’energia. Li affiancano i consiglieri delegati Giulio Grossi (Lucca) per i rapporti istituzionali; Milena Guerrini (Pistoia) per innovazione e transizione digitale; Gabriele Innocenti (Prato) per l’economia circolare. In capo alla presidente Romagnoli sono invece le deleghe per sostenibilità, education e, con il supporto del presidente uscente Daniele Matteini, credito e finanza. I membri di diritto sono Alessandro Scalise, presidente del Gruppo Giovani imprenditori, e Stefano Francesconi, delegato della Piccola industria; invitato permanente Giacomo Salvi, presidente di ANCE Toscana Nord, al quale è stata attribuita la delega per le infrastrutture.
L’Assemblea è stata anche l’occasione per presentare a tutti i soci il nuovo direttore dell’associazione, Luca Rossi, che proprio oggi ha assunto il suo incarico.