Anche a Pistoia, sede dell’assemblea annuale di Confindustria Toscana Nord, la situazione politica attuale ha fatto da ‘ospite’ non prevista: già di per sè il tema scelto, “Ripresa e riforme. Crescita del manifatturiero e strumenti per sostenerlo” andava a toccare temi di governo e quindi la discussione non ha potuto non essere indirizzata sullo stallo romano.
Questo paese ha bisogno di politica, di buona e costruttiva politica
“Questo paese ha bisogno di politica, di buona e costruttiva politica che abbia il coraggio di realizzare i cambiamenti che occorrono e l’intelligenza di lasciare inalterati cambiamenti positivi fatti da altri”, ha dichiarato il presidente dell’associazione Giulio Grossi nell’aprire i lavori alla presenza del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia (nella foto con Grossi) e degli altri ospiti Giuseppe Marino, Group COO Rolling Stock Hitachi Rail, e Andrea Montanino, direttore del Centro studi di Confindustria.
Durante l’Assemblea è stata fatta una ricognizione sui temi che stanno a cuore alle imprese di Lucca, Pistoia e Prato: il quadro dell’economia locale proposto da Grossi è positivo ma non del tutto rassicurante e il quadro politico particolarmente difficile e delicato non fa che accrescere le preoccupazioni: “più di tutto e prima di tutto occorrerebbe senso di responsabilità. Gli interessi del paese devono precedere qualsiasi altra considerazione ha detto il presidente ribadendo la necessità di rimanere nell’Unione Europea e auspicando che il prossimo Governo sappia rappresentare al meglio in Europa l’industria italiana.
Fra i dati citati dal presidente Grossi anche alcuni riferiti al posizionamento della Toscana nel quadro nazionale, menzionando il rapporto Confindustria-Cerved sulle PMI del nord e del centro Italia. Per quasi tutti i valori presi in considerazione, ha evidenziato Grossi, la Toscana si piazza bene rispetto alle altre tre regione del centro (Marche, Umbria e Lazio) ma male rispetto a quasi tutte le regioni del nord.
Grossi ha ricordato riforme già fatte che hanno avuto buon successo e che ha chiesto con forza di non cancellare. Fra queste il JobsAct, per il quale ha fornito un dato: il numero totale dei dipendenti nelle province di Lucca, Pistoia e Prato (fonte INPS) mostrano una chiara impennata a partire dal 2015, tanto che il confronto fra il 2014 (pre-JobsAct e decontribuzione, quindi) e la fine del 2016 segna oltre 10.000 unità in più, tutte ascrivibili a posizioni a tempo indeterminato. “Non è dato sapere – ha precisato Grossi – quanto in questo incremento abbiano giocato le nuove regole sul tempo indeterminato a tutele crescenti, quanto l’esonero contributivo applicato ai nuovi assunti a tempo indeterminato e quanto, semplicemente, fisiologiche necessità di personale dovute alla crescita che si è verificata in questi anni; ha concluso però sottolineando che l’impennata c’è stata, ha queste caratteristiche e che questo dato che non può essere ignorato”.
Plauso anche per le misure a sostegno di Industria 4.0. Molto criticato invece il Codice degli appalti. Infine è arrivato il benvenuto nell’associazione a 31 nuove aziende entrate nell’ultimo anno.