E’ ovviamente ancora targata Sensitive Fabrics la presenza di Eurojersey alle fiere del tessile ed anche a Parigi l’azienda lombarda si è presentata con tante novità. I tessuti esposti, alcuni trasformati in capi di, ad esempio, Burberry e Moncler, cancellano di fatto le stagioni nel nome di un utilizzo dei capi indipendente dai mesi o dalle ore del giorno.
La stampa digitale trasforma i capi dando loro una parvenza diversa da quella che è invece la reale trama, pelle, maculato o scozzese che sia. Tre trend adattati ai vari stili che colpiscono per la versatilità e le possibilità di passare dall’elegante al comodo, dal tecnico al lusso.
“Première Vision – dice Andrea Crespi direttore generale di Eurojersey (nella foto) – è un momento strategico anche per fare network fra gli operatori di settore. Sicuramente è una presenza ancora importante per gli espositori delle aziende meno strutturate. Negli ultimi tempi Milano Unica ha fatto dei grandi passi in avanti ed è vero anche che quattro fiere in un anno forse non servono più”.
Poi c’è il tema della sostenibilità per il quale Eurojersey, azienda de- gruppo Carvico, ha scelto un percorso di misurazione del proprio impatto ambientale sui tessuti Sensitive® Fabrics che l’azienda produce. Un cammino iniziato già nel 2007 con il nome di SensitivEcoSystem, il progetto aziendale per ridurre risorse e l’utilizzo di prodotti chimici. Nell’aprile di quest’anno Eurojersey è stata la prima nel tessile ha ottenere la certificazione PEF, Product Environmental Footprint, uno strumento che analizza e dichiara l’impronta ambientale di un prodotto su 16 indicatori che Andrea Crespi, insieme al comitato sostenibilità di Sistema Moda Italia, sta promuovendo come buona pratica fra tutti gli associati.
“La sostenibilità è un percorso virtuoso che significa anche investimenti importanti, non a caso Eurojersey ha investito 50 milioni di euro negli ultimi 10 anni, segno del nostro credo verso la tutela dell’ambiente e una produzione più sostenibile” conclude Crespi.