La pandemia ha lasciato e lascerà tracce ma già prima della diffusione del virus lo stato di salute dell’export di Varese non era eccezionale.
Gli ultimi dati dell’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, provvisori e disponibili, sul commercio estero sono relativi al gennaio – marzo 2020 e mostrano un rallentamento complessivo rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. I veri effetti del coronavirus si vedranno quindi in futuro: intanto l’export ha raggiunto 2,4 miliardi di euro, in diminuzione del -3,9% sul primo trimestre del 2019 (dato che segue al -7,9% già registrato a fine 2019).
In crescita (6,3%) le importazioni, arrivate a 1,8 miliardi di euro. Il saldo commerciale è ancora positivo ma in riduzione rispetto al primo trimestre del 2019 (-27,9%). Gli effetti dell’epidemia sono visibili soprattutto negli scambi con la Cina in entrata (-31%) e in uscita (-18,3%). Giù nel complesso l’export in Asia Orientale (-17,9%), l’UE28 (-4,9%, con la Francia a -9,1%). In leggero calo (-1,3%) anche l’export verso la Germania, primo mercato di riferimento. In diminuzione l’export anche verso gli altri paesi europei non appartenenti alla UE (-3,4%), l’America Settentrionale (-4,3%) e Centro-Meridionale (-6,3%) e l’Oceania (-10,5%). Per contro, cresce l’export verso il Medio Oriente (+9,8%), l’Asia Centrale (+4,1%) e l’Africa (+34,8%).
Il settore tessile, abbigliamento e pelletteria nello specifico ha registrato una riduzione delle esportazioni (-10,3%) e delle importazioni (-8,4%).






