Filpucci ha appena terminato la sperimentazione di un nuovo processo di tintura per le fibre naturali, che permetterà di ridurre l’impatto sull’ambiente. Si tratta di un nuovo ciclo di tintura isotermico a 60° che permette di risparmiare risorse, come dimostra la LCA effettuata da Tecnotessile.
Per la misurazione sono stati presi in considerazione i due filati “best seller” dell’azienda: il Viscrepe per la Collection e il Merinocot per l’aguglieria. Tutte le fibre naturali cellulosiche (cotone, lino, viscosa e seta) della nuova collezione estiva sono state tinte con la nuova tecnica, ma la LCA è stata effettuata solo sui due articoli principali, per evitare che il lavoro diventasse troppo complesso.
“Produciamo quasi esclusivamente i filati con materiali certificati e tracciati, una scelta che abbiamo portato avanti in questi anni con una attenta strategia di sostenibilità – commenta Federico Gualtieri, presidente di Filpucci – e abbiamo pensato che fosse giusto ripensare i nostri processi, per ridurre l’impatto ambientale della produzione. E’ una sfida molto ambiziosa, che richiede impegno e investimenti, ma i risultati raggiunti sono importanti”.
La nuova tecnica è stata messa a confronto con il ciclo “vecchia maniera” con migrazione a 90°C e ha portato una sensibile riduzione dell’impatto ambientale: c’è stata una riduzione del 64% della CO2 prodotta; del 34 % dell’energia elettrica; del 36% dell’acqua. Inoltre c’è una riduzione del 71 % dell’ozono fotochimico prodotto e del 62 % dell’inquinamento del terreno.