Non è un lockdown e la speranza è che non lo diventi mai ma sicuramente la stretta su movimenti delle persone e orari delle attività economiche apre nuove incognite su tutto il mondo produttivo italiano e, di conseguenza, su tutto quello che gli ruota intorno.
Non fanno eccezione (anzi) le fiere, che dopo la tornata di settembre e inizio ottobre sono alla finestra in attesa di conoscere il proprio destino, che spesso cambia di ora in ora. La prima a fare le spese del nuovo DPCM è Comocrea: non ha e abbiamo fatto in tempo ad annunciare lo svolgimento, previsto per oggi e domani, che a mezzanotte di ieri sono finite le speranze.
La fiera è stata annullata di fatto mentre stava iniziando, a Villa Erba: con l’allestimento già pronto e gli studi di design sul posto con rammarico gli organizzatori hanno dovuto fare marcia indietro.
Un destino che era toccato a Filo nello scorso marzo e che mette ancora di più in allarme gli organizzatori di saloni, anche grandi e strutturati, a iniziare da Pitti Filati che, ad oggi, non ha confermato lo svolgimento a inizio 2021 persistendo alcune perplessità su costi e tempistica da parte delle aziende espositrici.
L’impressione è che la diffusione della seconda ondata di Covid determinerà decisioni da prendere in tempi molto ristretti. Annullare, organizzare confidando in una partecipazione di clienti e visitatori sufficiente, affidarsi al web o cambiare format: il confine che divide queste scelte rimane molto sottile e, con novembre ormai alle porte, le scelte stesse non possono essere procrastinate più di tanto.