Filo conquista l'Italia, ma la Cina resta lontana

Pieno successo per il road-show di presentazione della 46′ edizione di Filo, che a settembre vedrà il tutto esaurito al Palazzo delle Stelline. A Biella, Milano e Prato espositori ed operatori del sistema tessile hanno potuto conoscere in anteprima iniziative e strategie del salone e hanno ‘scoperto’ quelle che saranno le linee guida per lo sviluppo prodotto, chiamate “Luxury revolution”.

E’ questa la sintesi del lavoro di Gianni Bologna: una “revolution” che parte dalle solide radici dell’industria tessile italiana e ha come presupposto la convinzione che qualunque “storia” o “evoluzione” è comunque un susseguirsi di piccole rivoluzioni. Quattro i temi principali, che vedono al loro interno ulteriori suddivisioni: Il teatro del lusso, Il lusso per caso, Strafare e Il lusso al futuro.

Ma se Filo versione nostrana piace molto pare che sia tramontata la possibilità di rivedere la versione cinese del salone, almeno nel prossimo autunno: salvo ripensamenti o adesioni di massa dell’ultimo momento infatti non è stato raggiunto un numero di presenze sufficienti per giustificare il viaggio a Shanghai a ottobre. La situazione economica globale, le difficoltà del mercato cinese, con i rischi di copiature e l’incapacità di far capire cosa può diventare un filo se ben lavorato ed i contenimenti delle spese hanno evidentemente pesato sulle decisioni degli imprenditori.

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