Gli italiani a Shanghai, tra espositori fedeli, ritorni e novità

C’è chi in Cina vende tessuto da anni, anche da prima che esistesse Intertextile, e chi invece per la prima volta si affaccia su un mercato tanto affascinante e stimolante quanto difficile e rischioso: le 43 aziende italiane presenti a Milano Unica a Shanghai hanno storie e obiettivi diversi.

Torna in Cina dopo cinque anni, e quindi in un contesto molto cambiato dopo il Covid, Ruggero Rossi, col suo brand e la sua Rossi Lorenzo e figli. L’azienda brianzola trova in Cina un 7-8% del fatturato; non esattamente il core business ma neppure una nicchia da ignorare: “Nel 2023 si sono fermati tutti, anche i clienti che seguiamo più assiduamente – dice Rossi – ed il nostro agente dice che è perchè i cinesi vogliono spendere meno. Noi siamo qui per proporre il top di gamma e quindi il costo non dovrebbe essere la discriminante principale. Abbiamo portato una collezione di tessuti pesanti e compatti, con il cotone puro o mischiato a cashmere o seta, ed anche con un finissaggio water repellent”.

Debutto cinese invece per la Teseo di Laura Clerici: “Sappiamo che il momento è particolare e che questo è un mercato difficile per l’alta gamma comasca – dice la consigliera dell’azienda – ma abbiamo voluto essere per la prima volta a Milano Unica Shanghai sapendo che l’accesso selezionato con invito può essere uno stimolo ulteriore per i clienti. Ho notato che rispetto ad altre fiere, dove i visitatori chiedono anche campioni o tagli, qui prendono nota con l’intento di contattare poi l’agente. Per noi la Cina è comunque una nicchia ed essendo specialisti in seta qui abbiamo una concorrenza diretta, che inizia con prezzi molto più bassi dei nostri. Vediamo come va questa edizione, per capire se tornare a marzo col campionario estivo, quello principale per noi”.

La voce della Toscana è quella di Uberto Ciatti (nella foto piccola, al centro, insieme a Maurizio Sarti prima della cena di gala), della pratese (ma tra qualche mese montemurlese) Inseta, un imprenditore che della Cina è invece un habituè: “Essere nello spazio di Milano Unica – dice dopo l’esperienza fatta a marzo ‘ai margini’ della collettiva italiana organizzata da Messe Frankfurt – dà un valore più alto alla presenza, quasi elitario nel senso della qualità dell’offerta. Per la prima volta ci troviamo di fronte ad un mercato in difficoltà. Forse i cinesi hanno esagerato con la prima ondata di acquisti lussuosi ed ora si stanno rimescolando le carte . Per coprire tutte le fasce abbiamo portato le nostre tre linee Inseta, Essence e Avid Diva”.

Non manca uno sguardo al distretto pratese: “Noi contiamo di replicare il 2023 – conclude – ci difendiamo, ma la situazione è a macchia di leopardo. Il Covid ha creato priorità diverse rispetto a prima e la gente preferisce lo star bene, come una vacanza o un buon ristorante, mentre la moda è finita in secondo piano. Ed in più forse non siamo stati molto bravi a gestire il 2023 eccezionale, che non abbiamo fatto durare abbastanza”.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini