Forse non è infinita come Grey’s Anatomy, non è ricca di pathos e azione come Narcos e nemmeno truculenta come The Walking Dead ma MI – Manufacturing Intelligence, la docu-serie che Marini Industrie ha realizzato per portare i clienti dietro le quinte dell’azienda, si preannuncia come una delle novità più curiose e intriganti dell’anno.
Instagram, YouTube e TikTok i canali scelti dall’azienda pratese per veicolare le immagini ed i video della serie, realizzata in 9:16, con un nuovo episodio ogni 15 giorni dopo il trailer presentato a Milano Unica.
Manufacturing intelligence (ma con le iniziali di Marini Industrie) significa intelligenza manifatturiera, evoca volutamente l’intelligenza artificiale e la sua capacità di elaborare grandi quantità di richieste, identificare modelli, apprendere da essi e adattarsi all’evoluzione delle circostanze.
“Per intelligenza manifatturiera – spiega Francesco Marini, responsabile delle collezioni – si intende quel saper fare presente in ogni elemento – umano, tecnico, operativo e commerciale di Marini Industrie. La narrazione che mette al centro il distretto tessile si basa solitamente sulle lavorazioni, sul prodotto finito e sulla grande tradizione che distingue Prato, mentre questa social docu-serie vuol mettere in luce la nostra capacità di personalizzazione del prodotto e di risposta alle richieste più particolari dei designer”.
Il lancio a Milano Unica è arrivato dopo la presentazione della nuova linea a Première Vision: “Quella che oggi definiamo intelligenza manifatturiera – conclude Marini – è un concetto che si basa su tre grandi pilastri: l’heritage aziendale, le nuove tecnologie e i valori fondanti dell’azienda. In MI – Manufacturing Intelligence l’archivio è assolutamente centrale, non solo perché raccoglie le creazioni dell’azienda dagli anni Sessanta a oggi ma anche perché è un patrimonio di conoscenze, un motore di ricerca. Spesso partiamo dall’archivio per lanciare idee, proporre soluzioni e accettare le sfide che ci arrivano dai designer”.
E da lì magari ha preso il via anche la linea in cashmere riciclato “studiata per raccontare la nostra personale reinterpretazione del lusso tramite il riuso di fibre nobili” spiega Riccardo Marini, presidente dell’azienda.
Un modo per ridare vita ai maglioni in cashmere, indossati prima e selezionati e recuperati poi. Una volta depurati da bottoni, cuciture e cerniere, con un processo 100% made in Prato, sono trasformati in un filato rigenerato pronto per divenire tessuto.
“Ogni scelta che facciamo – aggiunge Riccardo Marini – mira a ridurre l’impatto sull’ambiente. È una necessità che riguarda l’intera filiera moda e desideriamo fare la nostra parte fornendo ai brand un tessuto bello, lussuoso, durevole ma allo stesso tempo sostenibile. Fin dall’acquisizione dell’azienda Assotex nel 2015 avevamo chiaro l’obiettivo: convertire la linea dei tessuti da giacca e da cappotto in una linea di creazioni sempre lussuose ma riciclate. L’obiettivo è costruire entro il 2025 delle collezioni che siano parte di un circolo virtuoso in grado di ridurre l’impatto ambientale”.