PV Paris

I giorni caldi di Première Vision

Uno sciopero generale che rischia di paralizzare la Francia, e Parigi in particolare, aleggia sul futuro molto prossimo di Première Vision, che teme di dover pagare ancora una volta il dazio alla sfortuna, anche se in questo caso, come invece accaduto in passato, non è esattamente il Fato a mettere i bastoni tra le ruote al salone.

Quella che si aprirà martedì al Parc Des Expositions di Parigi Nord dovrebbe essere un’edizione particolarmente attesa di Première Vision, che torna a settembre dopo il tentativo non pienamente riuscito di posizionarsi a luglio. Una scelta ponderata con gli espositori, una data che va a chiudere la lista di saloni aperta già a fine agosto in Turchia e sviluppatasi a Monaco di Baviera, Londra, Shanghai e di nuovo Istanbul: dal 15 al 18 settembre.

Nessuno poteva immaginare (anche se non sono mancati i “lo sapevo che finiva così” legati all’esecutivo di Macron) che la fiera si sarebbe trovata nel bel mezzo di una profondissima crisi politica e tra i fuochi di due manifestazioni sindacali nazionali, la prima andata in scena non senza incidenti il 10 settembre scorso, la seconda in programma per giovedì 18, quando metropolitana, treni e servizi pubblici di vario tipo dovrebbero fermarsi quasi completamente.

Un inconveniente non da poco non tanto per gli oltre mille espositori, in arrivo da tutto il mondo, quanto per buyers, visitatori e addetti ai lavori che avevano programmato il viaggio calibrando tutto sull’ultimo giorno di fiera. E un ostacolo che gli organizzatori di Gl events avrebbero volentieri evitato in un momento di rilancio del salone, di grande sforzo comunicativo e promozionale, di fiducia in un settore che già ha problemi di altra natura.

Non è la prima volta che dalla parti di Paris Nord devono fare i conti con le sorprese sgradite, dalla neve che cadde anni fa paralizzando i trasporti, agli incidenti lungo i binari, alla concomitanza con festività in Cina o nel Medio Oriente e via di seguito. Sempre cause indipendenti da PV, che ha fatto buon viso a cattivo gioco proponendo il meglio possibile. Basterà anche stavolta, quando il mondo del tessile-abbigliamento avrebbe avuto bisogno di tutto tranne che di altri problemi?

PV mette sul piatto il lavoro di ricerca sulle tendenze, la riorganizzazione degli spazi, gli approfondimenti sui temi più attuali della filiera e un’opera di rinnovamento iniziata da Florence Rousson e ancora in continua evoluzione, puntando e sperando nell’appeal che il salone può ancora vantare a livello internazionale e nel richiamo di una Parigi che, nonostante tutto, è ancora baricentro della moda mondiale.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini