I giovani imprenditori scommettono sul made in Italy

Lavorare ai fianchi l’Unione Europea e continuare a migliorare la tracciabilità. Sono queste le due strade indicate da un convegno che i Giovani Imprenditori di Prato e della Toscana hanno organizzato al Museo del Tessuto: insistere con Bruxelles per una normativa che regoli e valorizzi l’origine dei prodotti e trovare soluzioni a livello aziendale che, attraverso la tracciabilità, rendano ben riconoscibili le produzioni made in Italy.

“E’ importante – commenta il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Prato Francesco Marini – che nei giovani imprenditori italiani vi sia la consapevolezza del valore, commerciale e simbolico, del brand nazionale. La valorizzazione del made in Italy è un tema che fa leva su un’immagine dell’Italia come patria del bello, della creatività, di prodotti ben fatti e curati. Un’immagine che dobbiamo preservare e che ci può e ci deve traghettare nel futuro senza offuscarsi. Per questo sono fondamentali azioni su due fronti: quello politico istituzione verso l’Unione Europea, sul quale non bisogna mollare, ma anche l’introduzione in azienda di metodologie per la tracciabilità”.

sono fondamentali azioni su due fronti

“C’è un po’ di Made in Italy – aggiunge il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Toscana Giacomo Lucibello (nella foto) – nella giornata di ogni cittadino del mondo. Un valore unico da tutelare, imparando a comunicarlo di più e meglio. Le imprese possono ancora crescere in competenze tecnologiche, economiche e di marketing per rendere tangibili stile, qualità e bellezza. Oggi abbiamo aggiornato le nostre strategie, i nostri strumenti per raccontare cosa facciamo e come lo facciamo. Un impegno che deve essere quotidiano per i Giovani Imprenditori, ma anche per le istituzioni che sono responsabili di costruire una politica industriale che consideri il Made in Italy un asset strategico”.

Proprio di tracciabilità si è parlato negli interventi di Francesco Falaschi di Var Group e nelle presentazioni di alcune start up come Cleviria, Inn3D, ViDiTrust e Vocal It. Su responsabilità e autenticità è intervenuta Veronica Tonini, Director-Chairman Office di Salvatore Ferragamo spa, mentre Erica Corbellini, direttore MAFED-Master in Fashion, Experience & Design Management della SDA Bocconi, si è soffermata sul made in Italy fra tradizione e innovazione. Marco Felisati, vice direttore Internazionalizzazione e Politiche commerciali di Confindustria, invece, è intervenuto sulla mancata regolamentazione europea e sui marchi volontari nazionali.

Il vice presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Gian Giacomo Gellini ha chiuso i lavori e ai relatori è stato consegnato un omaggio eloquente: il plaid tricolore che Lorenzo Guazzini, anch’egli membro attivo dei Giovani Imprenditori della Toscana, ha realizzato con lana interamente made in Italy.

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