Il 51% a Holding Moda, la scelta “anomala” di Beste

Il 51% a Holding Moda, la scelta “anomala” di Beste

“Sappiamo che questa potrà sembrare la nostra ennesima anomalia per un distretto come quello di Prato, ma a noi le anomalie piacciono”. Giovanni Santi spiega anche così la cessione del 51% delle quote di Beste alla Holding Industriale (Hild) ufficializzata oggi.

La controllata di Hind, Holding Moda ha quindi la maggioranza dell’azienda pratese: un’operazione maturata negli ultimi sei mesi che porta Beste nell’universo Hind, formato da 13 partecipate per un totale di 1500 dipendenti.

“Del concetto di cessione c’è solo il tecnicismo – ha detto il CEO Matteo Santi per fugare sul nascere i timori che, soprattutto a Prato, questo termine provoca – perché la famiglia Santi rimane al timone. Abbiamo fatto questa scelta per dare ulteriore slancio all’azienda e al piano industriale ambizioso che abbiamo condiviso con Holding Moda”.

Hind, rappresentata dai suoi vertici, il presidente e fondatore Claudio Rovere e l’ad di Holding Moda Giulio Guasco, arriva a Prato dopo aver costruito una rete tessile quasi completa: “Con Beste – ha spiegato Rovere – completiamo l’offerta al mercato di primissima fascia. Mancava la parte della produzione tessile e in Beste troviamo la completa integrazione con il monte della filiera”.

Matteo Santi ha riassunto i tre motivi per i quali si è arrivati alla cessione: “Entriamo in un gruppo italiano fatto di eccellenze, ci apriamo a sinergie commerciali e industriali con le altre realtà della holding e avviamo una strategia industriale di lungo termine che ci assicura solidità e supporto nella crescita”.

Proprio la questione della strategia industriale è stata più volte sottolineata, a rimarcare il fatto che si tratta di un accordo tra imprenditori e non dell’inglobamento in una finanziaria: “E’ un progetto di persone – ha spiegato Guasco – che vogliono lavorare insieme per lungo tempo. Non siamo un fondo, altrimenti non avremmo creato una scuola o costruito stabilimenti, cose che non danno una rendita immediata”.

Con questo accordo noi vogliamo anche essere capofila a Prato di una serie di ulteriori novità

Acquisire per non restare piccoli. Questa l’indicazione data da Giovanni Santi: “Io a Prato sono famoso per due cose, essere juventino e amare le acquisizioni. I colleghi pratesi sanno che il mio pensiero è rivolto a non rimanere piccoli, perchè adesso il mercato di prima fascia è molto selettivo ed è necessario essere strutturati. Vanno in questo senso le operazioni con Texco e Tessitura Serena e presto arriveranno altre acquisizioni, perché con questo accordo noi vogliamo anche essere capofila a Prato di una serie di ulteriori novità. Non avremmo mai venduto a investitori; magari sarebbe stato proficuo per me e la mia famiglia ma poco lungimirante in termini imprenditoriali”.

Una scelta che evidentemente è piaciuta anche ai 255 dipendenti: una delegazione ha infatti incontrato i fratelli Santi, Guasco e Rovere ed alla fine della breve riunione è scattato un forte applauso.

Nella foto, da sinistra, Giovanni Santi, Guasco, Rovere e Matteo Santi.

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