Con l’evento “Le società benefit nell’ordinamento italiano” Cna ha puntato i riflettori su un tema che sta assumendo una crescente rilevanza nel dibattito relativo alla gestione e all’organizzazione d’impresa nell’ottica delle nuove sfide di mercato orientate verso lo sviluppo economico responsabile e la sostenibilità.
Ad oggi si contano più di mille società benefit trasversali a diversi settori, con particolare riscontro da parte delle imprese del settore tessile-moda, anche in ottica dell’economia circolare e sostenibile. E nell’anno della pandemia il numero di costituzioni è cresciuto del doppio rispetto all’anno precedente.
“Vogliamo mettere a disposizione delle imprese del settore moda un sevizio di informazione e di eventuale accompagnamento – dichiara Antonio Franceschini, Responsabile Nazionale Cna Federmoda – e sono tante le imprese che sui territori di riferimento nei fatti già praticano attività di beneficio comune”.
Con il supporto dello studio Aliant Legal Grounds, CNA Federmoda ha organizzato l’incontro per fornire informazioni e supporto alle società che nell’esercizio dell’attività d’impresa perseguono, oltre allo scopo di lucro, anche finalità di beneficio comune. Si tratta di uno status giuridico riconosciuto in Italia, il primo Paese dell’Unione Europea ad avere previsto nel proprio ordinamento questo strumento.
E’ stato anche spiegato il recentissimo decreto attuativo firmato dal Ministro dello Sviluppo Economico e dal Ministro dell’economia e delle Finanze che delinea le modalità operative per ottenere il contributo, sotto forma di credito di imposta pari al cinquanta per cento dei costi di costituzione o trasformazione in società benefit.
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