Materiale rifiuti

Il punto di CTN a un anno dall’alluvione

A un anno dall’alluvione che tra il 2 e il 3 novembre colpì ampie aree del distretto tessile pratese e del pistoiese, oltre che alcuni territori della lucchesia, Confindustria Toscana Nord fa il punto sugli impatti che l’evento ha avuto sulle imprese, puntando il focus però sulle misure da adottare per prevenire fenomeni analoghi o per arginare i danni economici.

“Le aziende ancora risentono degli effetti delle alluvioni – dice Daniele Matteini, presidente di Confindustria Toscana Nord – anche se nella generalità dei casi le imprese erano assicurate e hanno quindi potuto avere degli indennizzi dalle compagnie, che però nel caso dei macchinari sono basati sul valore ammortizzato, non certo su quello del nuovo. Chi è stato costretto a ricomprare e reinstallare gli impianti ha comunque dovuto effettuare nuovi investimenti, spesso anche molto consistenti rispetto all’ammontare delle somme ricevute. Alcune delle misure previste si adattavano particolarmente ad aziende di piccole dimensioni; le industrie hanno fatto ricorso per lo più, appunto, alle coperture assicurative e allo strumento messo in campo da Simest per fornire ristori alle imprese esportatrici e alle loro filiere. Ma soprattutto le industrie hanno attinto, in particolare nell’immediatezza, a risorse proprie, senza le quali sarebbe stata impossibile una ripresa così celere. Voglio ricordare ad esempio che, dopo poco più di due mesi e mezzo dall’alluvione, esponevano a Pitti Filati aziende che avevano subito danni anche molto ingenti”.

Il problema della distanza temporale fra il danno e l’erogazione di indennizzi e ristori è un nodo centrale: nei contatti avuti con la Protezione civile, Confindustria Toscana Nord e altre associazioni toscane, emiliane e marchigiane hanno chiesto la definizione di una procedura standard che in caso di eventi catastrofali consenta in automatico degli anticipi di risorse per ovviare alle emergenze più basilari – caso tipico il ripristino dell’energia elettrica – che bloccano la ripresa del lavoro.

“Sul versante assicurazioni – scrive CTN in una nota – le norme nazionali stanno andando in direzione dell’obbligatorietà già a partire da gennaio 2025: una soluzione i cui contorni saranno definiti da un decreto non ancora uscito, ma che suscita forti perplessità date le numerose variabili in gioco (condizioni, franchigie, perimetro dei beni da assicurare) che potrebbero dare adito a vincoli potenzialmente penalizzanti. E preoccupa l’entità dei premi richiesti alle imprese per le nuove polizze, nonostante l’introduzione di una polizza pubblica Sace che ha svolto e si auspica possa continuare a svolgere un ruolo di calmiere anche per il futuro”.

“Siamo in contatto con Confindustria – dice ancora Matteini – per contribuire alla definizione delle proposte della confederazione per il decreto attuativo, così da scongiurare irrigidimenti deleteri per le imprese. L’obbligo di assicurazione si profila come perentorio, anche perché chi fosse inadempiente potrebbe subire effetti pregiudizievoli nelle agevolazioni pubbliche. Confindustria Toscana Nord sta lavorando per sviluppare ulteriormente a beneficio dei soci i servizi di consulenza, comunque già attivi, in materia assicurativa”.

Infine la prevenzione: la manutenzione del territorio sconta, fra gli altri fattori, anche la frammentazione delle competenze, ripartite fra Genio civile, Consorzi di bonifica, Province, Comuni, Regione e per alcuni aspetti anche i privati stessi. “Alcuni interventi, anche efficaci, negli anni sono stati fatti – conclude Matteini – ma occorre un maggior coordinamento e una visione d’insieme dei problemi. Abbiamo quindi deliberato l’affidamento a Enio Paris, professore dell’Università di Firenze e membro del Comitato tecnico-scientifico della Regione Toscana per l’alluvione 2023, e all’ingegner David Settesoldi di uno ‘Studio per la valutazione del rischio idraulico da collasso arginale in alcune zone delle province di Lucca, Pistoia e Prato’. Lo studio si concluderà fra un anno ed è finalizzato allo screening di tre corsi d’acqua: il Serchio nel tratto della Media Valle; l’Agna in tutto il suo percorso; il Bisenzio fino alla confluenza del Fosso Reale”.

Condividi articolo
Matteo Grazzini
Matteo Grazzini