Première Vision ha dato appuntamento a febbraio con i suoi sei saloni ma ha lasciato ancora qualcosa da raccontare, soprattutto idee e investimenti legati a sostenibilità e innovazione.
Miroglio Textile si è presentata a Parigi con uno stand allestito in modo scenografico con le tecnologie
Sublitex, la divisione che si occupa della stampa transfer, per raccontare la propria collezione, nata con tecnologie di stampa di ultima generazione che riducono l’utilizzo di acqua da un minimo del 50% sulle fibre di origine naturale fino al 100% nella stampa sublimatica, come spiega Alfredo Marengo (foto in alto): “Veniamo da un investimento di quasi trenta milioni negli ultimi tre anni – dice – ma non ci fermiamo qui. Il tema della sostenibilità è più che mai attuale e lo percepiamo dai messaggi che arrivano dai media, dai clienti…”.
Nonostante il calo di visitatori la risposta in fiera è stata buona: “La flessione è stata avvertita – continua Marengo – e l’argomento sul tavolo di tutti è la razionalizzazione dei costi. La dispersione di fiere dell’ultimo periodo fa calare l’affluenza e noi ne facciamo tante, a iniziare da Munich Fabric Start perchè la Germania è un mercato molto importante e a Monaco si lavora bene allo stand. In ogni caso e nonostante tutto è andata bene anche qui a Parigi; abbiamo visto tanti canadesi, meno americani, spagnoli, russi e anche asiatici”.
Innovazione per un cardato diverso da quello tipico pratese allo stand Stelloni-Mapel, con l’ormai rodato Re.Verso a caratterizzare la produzione che inizia con l’utilizzo di ritagli di lavorazione pre consumer rimessi a disposizione dei brand quando si tratta di grossi quantitativi o in circolo quando si tratta di tagli meno voluminosi e quindi abbinati ad altri.
Una supply chain che si fonda sulla collaborazione di cinque produttori tessili: Green Line e Nuova Fratelli Boretti che raccolgono la materia prima, A. Stelloni Collection By Mapel che produce il tessuto, Filpucci che invece ottiene i fili high-end del knitwear e Filatura C4 per il contract ed i tessuti navetta.
Punto di forza della collezione portata a Parigi è il Baby Camel (mostrato da Simone Stelloni nella foto a lato): “E’ un progetto nato da poco – dice Stelloni – ed anche in questo caso il risparmio di acqua è di quasi il 90%”.
All’insegna della sostenibilità anche la proposta di Canepa, ovvero Green Lab, un bouquet di tessuti ecosostenibili frutto della ricerca su filati 100% green, su cui si innesta il processo produttivo Savethewater, che consente di risparmiare fino al 90% il consumo di acqua e di energia.
Con Green Lab l’approccio sostenibile non è più solo “verticale”, limitato esclusivamente ai processi, ma si applica su scala allargata a tutti i livelli della filiera, dall’acquisto di materie prime fino alla scelta di tutti i fornitori e tintorie, a loro volta sostenibili e certificati. Scelte anche in linea con il protocollo Detox di Greenpeace. Anche per quanto riguarda le fibre Man Made, Canepa ha puntato sul riutilizzo di poliesteri riciclati nella produzione di tessuti che risultano garantiti dalle certificazioni di: Foreste Rigenerate (per viscose e acetati), FSC e Global Recycle Standard.
“Abbiamo scelto di seguire la nostra coscienza ecologica – ha detto Elisabetta Canepa, presidente del Gruppo Canepa – perché ne sentiamo il dovere, per il nostro futuro e quello dei nostri figli. Inquinare molto meno non è solo possibile, è necessario”.