Ha fatto ‘rumore’ lo sciopero che venerdì ha bloccato l’Interporto: lavoro quasi azzerato e proteste, anche da parte dell’Unione Industriale Pratese, intervenuta con una nota di Lorenzo Meoni, presidente della sezione Spedizioni e trasporti: “Si tratta di un’infrastruttura cui si appoggiano ogni giorno 2.500 camion in entrata ed altrettanti in uscita, che dà lavoro a 1.500 persone e che non può rimanere paralizzata per ore per uno sciopero dei cobas”.
“Di più – continua la nota – per uno sciopero che, pur riguardando temi nazionali, era concentrato a Prato pressoché esclusivamente – fra i 60 operatori insediati all’Interporto – su una sola azienda, evidentemente caratterizzata, per motivi propri, da rapporti sindacali molto tesi. Eppure è quanto accaduto venerdì scorso a Prato all’Interporto della Toscana centrale, portando gravi danni agli spedizionieri che vi hanno la loro base operativa. Siamo rimasti fermi per buona parte del mattino di venerdì visto che l’accesso e l’uscita per i veicoli industriali sul lato Capalle era impedito dagli scioperanti. Un episodio grave e pericoloso, quello verificatosi in questa occasione, che non deve diventare un precedente”.
La situazione si è normalizzata solo dopo l’intervento delle forze dell’ordine. Ad essere in discussione da parte dell’Unione Industriale Pratese non è naturalmente lo sciopero in sé quanto le modalità con cui questo è stato effettuato ed i tempi lunghi per ricondurre la situazione alla normalità. “L’auspicio – si chiude la nota – è che il senso di responsabilità delle organizzazioni sindacali, cobas inclusi, e la vigilanza delle forze dell’ordine scongiurino in futuro incidenti del genere, che recano grave danno all’economia”.