La domanda cinese di moda italiana per donna è aumentata del 32% nel 2015 e la richiesta non è solo per i capi griffati, ma per l’intera produzione medio/alta italiana.
La Cina offre un mercato potenziale di 300 milioni di cinesi benestanti, al riparo dalle turbolenze finanziarie delle borse locali e a questo mercato si rivolge il Gruppo asiatico IFF (International Fine Fashion Group), che un paio di giorni fa ha incontrato la stampa a Milano.
Il Gruppo cinese ha già messo sotto contratto 100 marchi italiani della moda (ma il loro numero crescerà nei prossimi mesi) che esporranno in 9 Fashion Center in corrispondenza delle più importanti città cinesi, con una strategia commerciale a più canali che affianca la vendita al dettaglio, all’ingrosso e online. Una grande opportunità che non vogliono o non possono affrontare da soli il passo della commercializzazione in Estremo Oriente.
Il primo Concept Store di IFFG aprirà a Shanghai nel settembre del 2016, all’interno dello shopping center Golden Eagle, una delle più prestigiose catene del retail di lusso di tutta la Cina. Gli altri Fashion Center saranno aperti a: Changsha, Shenzhen, Xian, Hangzhou, Beijing, Wuhan, Shengyang e Xiamen.
“Mentre i grandi marchi della moda internazionale stanno perdendo quote di mercato in Cina – ha spiegato Dan Jiang, Project Manager IFFG – la domanda di prodotti italiani di qualità, e dal prezzo accessibile, continua a crescere in modo costante. Nel 2015 le nostre stime riferiscono di un aumento dell’import di prodotti moda donna Made in Italy di circa il 32%. Si tratta di aziende storiche della tradizione italiana, ma anche di linee nuove e stilisti emergenti, destinati ad incontrare il gradimento di grandi fasce di consumatori cinesi, soprattutto quello delle classi medie urbane emergenti”.
Giacomo Gardumi, Chairman di Retaily, ha spiegato come le turbolenze dei mercati finanziari non influiscono sull’import cinese di moda italiana: “L’interscambio tra Cina e Italia nel comparto moda crescerà di anno in anno. Le tempeste speculative registrate sulle borse di Shanghai e Shenzhen non impattano sull’ economia reale della Cina, che è, per sua natura, impermeabile alle dinamiche della finanza internazionale”.
Nei Concept Store di IFFG esporranno marchi italiani selezionati in base a qualità, taglio stilistico ed accessibilità del prezzo. Prodotti legati ad una nuova idea di lusso e capaci di imporsi ad una larga fascia di consumatori cinesi.
“Le tendenze del mercato della moda sono ben delineate – ha riferito Antonio Fossati, Ceo di Rds Company – Crescono il middle luxury e il fast fashion. I mercati più promettenti sono l’Asia e il Nord America. Il modello più efficace per esportare è quello di appoggiarsi a distributori locali che abbiano forti canali di sell out”.
Tra i marchi coinvolti nel progetto Orciani (“Orciani guarda al mercato cinese con la forza di chi sa di avere costruito nel tempo una storia fatta di eccellenza, di qualità e di passione – ha dichiarato il presidente Claudio Orciani – Motore primo e obiettivo ultimo di questa nuova sfida, in partnership con IFFG, sarà quello di esportare in Cina non solo il Made in Italy, ma la cultura del bello e del fatto a mano, elementi essenziali del segmento “luxury fashion”), Due srl, Vestrum (“Mentre le grandi griffe internazionali perdono terreno in Cina, si aprono spazi ed opportunità per prodotti nuovi ed innovativi, capaci di interpretare le esigenze di consumatori sempre più sofisticati ed attenti alla qualità – ha commentato Fabio Calamai, Designer di Vestrum – Vestrum si muove in questa direzione, attraverso la creazione di articoli di lusso legati al mondo dell’equitazione, con la presenza di prodotti tecnici portati sul mondo sartoriale, di accessori, ma anche di un luxury city wear che a quel mondo si richiama”), ma anche aziende che producono accessori e gioielli, come Valentina Brugnatelli (“L’eleganza degli oggetti preziosi che si producono in Italia è il risultato di una passione che ha radici lontane – ha spiegato Valentina Brugnatelli, proprietaria e stilista – IFFG ha il merito di aver puntato su queste eccellenze, diventando il primo vero ambasciatore del Made in Italy in Cina”), NostraSantissima.