I lustrini ci sono, ma sono quelli di tessuti e filati. Le luci anche, quelle che illuminano gli stand dei quasi 500 espositori: Texhibition concede poco alla forma e molto alla sostanza, con una edizione che si basa più che altro sul business.
A un mese da IFCO, che aveva riempito di colori e volume la Fiera di Istanbul, a due passi dal vecchio aeroporto Ataturk, stavolta Texhibition dà l’impressione di grande concretezza, con la sola concessione a musica e balli per il Fashion Show nell’area Blue Black dedicata al denim. Sarà per il Ramadan, iniziato da pochi giorni, che induce ad una maggior pacatezza, o per il carattere più prettamente “commerciale” del salone ma l’atmosfera che si respira è di lavoro intenso e di qualità.
La cerimonia inaugurale è servita per fare il punto su una situazione economica difficile che non risparmia neppure la Turchia, che da una parte vede diminuire i consumi di abbigliamento e di conseguenza la produzione per il mercato interno e dall’altra la crescita dei competitor, Egitto per la tessitura, Pakistan e in parte Bangladesh per il denim, il che significa anche meno export di tessuto.
Ma non c’è allarmismo o eccessiva preoccupazione: la scelta sembra quella di guardare più in alto, mettendo al centro sostenibilità e qualità, virando quindi verso una produzione più “europea”. Negli stand fanno sempre più bella mostra i pannelli con i loghi delle certificazioni, che fino a qualche edizione fa si vedevano meno, ed anche quelli dei brand europei e mondiali più noti, magari non del lusso vero e proprio ma sicuramente top player del mercato.
E quindi nel tour che gli organizzatori hanno preparato per la stampa si passa dalle etichette di Yenel Label, che arrivano su tutti i prodotti Superdry ma anche su capi di aziende tedesche, belghe, inglesi e polacche, ai ricami di Akspa, che raggiungono i mercati spagnolo, portoghese, statunitense, tedesco e francese passando anche da Munich Fabric Start, Première Vision Paris e Première Vision New York; testimonianza questa del forte sostegno pubblico che continuano ad avere le aziende turche.
Sostenibilità e internazionalizzazione anche da Tepar e Kipas, due aziende leader in Turchia e presenti a Texhibition da sempre, la prima con i suoi filati e le materie prime che arrivano da partner come Lycra e la seconda con una produzione di abiti, filati e tessuti suddivisi in tre linee, anche con l’utilizzo di fibre naturali come il bambù, la soia, la canapa ed il lino.
Capitolo a parte per il denim, uno dei settori in cui la Turchia può vantare posizioni di primissimo piano nel mondo: l’area Blue Black è tra le più vivaci, con una passerella per le sfilate circondata dagli stand dei produttori. Ci sono brand di riferimento come Bossa, Iskur e Isko ed altre realtà consolidate o emergenti, come Cotton Fabrics e F’Blue Denim Fabric.
Oggi il secondo dei tre giorni di salone, di norma il più animato e partecipato, con i numeri che potranno dare ancora più importanza ad una fiera iniziata comunque col piede giusto.