La filatura italiana entra nel 2021 con un pesante fardello lasciato dal 2020, che ha aggiunto il dramma del Covid ad un quadro già non brillantissimo.
La produzione di filati lanieri, cotonieri e linieri ha subito un rallentamento dovuto in gran parte alla pandemia e di conseguenza anche il fatturato del settore è sceso, con un -22.7%, stando alle stime del Centro Studi di Confindustria Moda per Sistema Moda Italia. L’andamento negativo ha interessato sia la filatura laniera (che rappresenta oltre l’80% sul fatturato totale) sia le filature cotoniera e liniera.
Sulle cifre ha influito anche l’indebolimento delle quotazioni della materia prima: l’indice Awex Eastern della lana, dopo il -10,5% del 2019, è sceso del 31,5% nel 2020; l’indice ‘A’ del cotone, calato del -10,0% nel 2019, ha aggiunto un -9,2% nel 2020.
Il valore della produzione dovrebbe calare del 24,5%, risentendo anche del blocco del primo lockdown.
L’export è indirizzato verso un -19,4%, l’import verso il -29,0%. Il mercato interno registra una flessione del 29,1%. Sul fronte dell’occupazione, nonostante l’ampio ricorso agli ammortizzatori sociali, le filature laniere presentano una contrazione degli addetti in tutti e tre i trimestri monitorati: primo trimestre a -4,6%, secondo a -5,5% ed terzo a -4,3%.
L’avanzo con l’estero resta circoscritto ai soli filati cardati e ai filati per aguglieria; nel 2020 il surplus di questi due comparti più che compensa il deficit delle altre merceologie. Le esportazioni di filati lanieri sia cardati sia pettinati hanno avuto la performance peggiori (-25,9% e -24,4%), i filati chimico-lana registrano un -10,9% e l’aguglieria il -1,8%. Cotone a -20,9%, lino a -19,7%.
Dal punto di vista “geografico” Hong Kong si conferma il primo cliente dei cardati, pur cedendo il -33,2%, il Regno Unito resta secondo (ma -37,2%), poi la Cina (-25,9%). Croazia (-34,8%), Corea del Sud (-19,1%), Portogallo (-7,1%), Bulgaria (-48,8%) e Tunisia (-34,0%) gli altri mercati di rilievo. In controtendenza Romania (+24,2%) e Turchia (+3,3%), ma si tratta di commesse minori.
Per i pettinati prima la Romania (-25,8%), poi Hong Kong (-42,3%), Cina (-31,4%), Francia (-25,8%) e Turchia (-25,0%). Arretrano anche Repubblica Ceca (-18,3%), Regno Unito (-60,4%) e Bulgaria (-1,5%). Uniche in controtendenza la Germania (+0,8%) e il Portogallo (+21,8%).
Infine i misti chimico/lana: Austria (+10,5%), Francia (+3,7%), Germania (+17,1%), Croazia (+45,3%) e Spagna (+3,9%). Arretrano, invece, le esportazioni verso la Turchia (-6,7%), la Romania (-20,5%), la Bulgaria (-12,3%), il Portogallo (-22,9%) e Hong Kong (-27,3%).
Per il cotone solo contrazioni con due sole eccezioni favorevoli: Germania -12,3%, Francia -17,4%, Repubblica Ceca ed Ungheria, rispettivamente -42,4% e -23,4%, Croazia -9,2%, Regno Unito -24,0%. Meglio Tunisia e Portogallo (+7,0% circa per entrambi).