La rinascita della Sacra Sindone parte da un seme antico

Tante eccellenze italiane del tessile per un progetto che riprodurrà una serie limitatissima di copie autenticate della Sacra Sindone.
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Commissionato dal Centro Internazionale di Studi sulla Sindone il progetto è stato realizzato grazie ad una rete che lo ha concretizzato partendo addirittura dalla ricerca di un seme antico, purissimo, simile all’originale di 2.000 anni fa e arrivando alla filatura secondo metodi antichi e alla tessitura con un telaio ‘provvidenzialmente sbagliato’. Infine la stampa ad altissima definizione.

La Commissione Diocesana per la Sindone ha seguito tutte le fasi del processo, fino a concedere, per la prima volta, il riconoscimento di autenticità alle copie realizzate e il 4 maggio, in occasione della Festa liturgica della Venerazione della Sacra Sindone, la prima copia autenticata verrà consegnata all’Arcivescovo di Torino e Custode Pontificio della Sacra Sindone Cesare Nosiglia. Un’altra copia sarà consegnata al Museo della Sindone di Torino, il luogo stabilmente destinato alla divulgazione e allo studio del Sacro Lino. Altre due copie autenticate ‘torneranno a casa’: saranno infatti consegnate presso il Duomo di Chambéry, dove la Sacra Sindone fu vittima dell’incendio che la danneggiò e dove i Savoia la prelevarono nel 1576 per portarla a Torino.

Una copia sarà inviata al Museo della Bibbia di Washington, dove a primavera 2022 verrà inaugurata un’apposita sezione dedicata alla Sindone. Altre copie autenticate saranno consegnate presso un ristretto numero di chiese e musei selezionati dal Centro Internazionale di Studi sulla Sindone. Le copie autenticate della Sindone diventeranno strumento di promozione anche attraverso l’apposizione di un QR Code digitale che rimanderà ad un sito specifico.

La differenza di peso tra la Sacra Sindone originale e la copia autenticata è solo tra l’1% e il 2%. La filiera produttiva è 100% Made in Bergamo, la semina del campo di lino e la tessitura in particolare sono state effettuate in Val Gandino, dove dall’aprile 2020 è cresciuto il primo campo coltivato a lino, legato al progetto “Lino Val Gandino – il tessuto, la reliquia del mondo”.

Il Linificio e Canapificio Nazionale del Gruppo Marzotto, ha preso parte al progetto, coordinato da le Cinque Terre della Val Gandino, occupandosi in particolare della fasi di semina e filatura. L’AD Pierluigi Fusco Girard ha seguito, in collaborazione con il produttore Terre de Lin in Normandia, il complesso processo di selezione del seme di lino che potesse dare origine ad un filato che fosse il più simile in assoluto all’originale. Si è seminato seguendo metodi antichi e la crescita della fibra di lino è avvenuta senza trattamenti fitosanitari.

La parte della tessitura è stata seguita da Torri Lana 1885, con un telaio ‘sbagliato’ che era presente in azienda da anni e non utilizzato perché a 36 fili di ordito invece dei 41 tipici dei telai moderni. Il caso ha voluto che per la tessitura della Sindone fosse proprio necessario un telaio a 36 fili, come i telai antichi.

Anche il colore del tessuto ottenuto è molto simile a quello originale e tra 2.000 anni sarà esattamente
come la Sacra Sindone oggi. Infine la stampa alla EFI Reggiani di Grassobbio, in scala 1:1 (4,41 metri per 1,13) con una macchina da stampa digitale ad altissima risoluzione.

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