In un momento in cui “crisi” è una delle parole più ricorrenti nel sistema moda Underbeach, la società organizzatrice di Immagine Italia & Co. e Maredamare, va in controtendenza.
Il 2024 si è chiuso infatti con numeri che vanno in direzione opposta rispetto al mercato e la crescita del fatturato, stimata per il 2025, si attesta ad un ulteriore +12%, mentre se si considera il periodo 2019-2024 il balzo è stato del +214%.
La presenza di pubblico si conferma stabile tra il 2023 e il 2025, con gli stranieri che hanno rappresentato il 30% del totale nell’ultimo anno, mentre per quanto riguarda i buyer, nello stesso periodo di riferimento (2023-2025) sono calati del -12% quelli italiani, ma sono aumentati esponenzialmente quelli esteri (+47% nei tre anni).
Risultati frutto anche di una attenta politica sui listini: dal 2019 al 2025 i costi per i clienti storici sono aumentati in media di appena il 6% (+0,8% annuo), a fronte di un’inflazione che nello stesso periodo ha superato il 20%.
Tra le altre iniziative ci sono l’osservatorio sulle tendenze di mercato per i settori intimo e beachwear e le collaborazioni con altri saloni internazionali come Milano Fashion & Jewels e MarediModa Cannes e sono previsti anche nuovi ed incisivi progetti con Cna e Confcommercio.
Underbeach ha anche avviato un investimento nella realizzazione di ricerche dedicate ai settori dell’intimo e del beachwear, per disporre di dati ufficiali e certificati, finora assenti sul mercato. In questo quadro nasce la collaborazione con Sita Ricerca, con i primi risultati, focalizzati intimo e lingerie, che saranno presentati a Immagine Italia & Co 2026, in programma dal 14 al 16 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze.
“I numeri – spiega il presidente Alessandro Legnaioli – dimostrano che Underbeach continua a muoversi in controtendenza rispetto alla maggior parte del sistema fieristico internazionale. Le prospettive per il 2026 non sono semplici per il settore moda, ma l’intimo resta stabile e il beachwear, pur tra molte difficoltà, è il comparto che reagisce meglio grazie allo sviluppo del resortwear e al fatto che il costume rimane un acquisto gratificante e accessibile anche nei momenti di crisi”.








