Il 22 aprile, Giornata della Terra, Botto Giuseppe e Figli pubblicherà il primo rapporto di sostenibilità che attesta i valori etici e di trasparenza dell’azienda, certificata RWS e che adotta sistemi di produzione tracciabili , sostenibili e certificati Cradle to Cradle.
“Negli ultimi anni – afferma l’AD Silvio Botto Poala – abbiamo concentrato ogni sforzo nella ricerca e nello sviluppo sostenibile in ogni ambito: prodotto, investimenti, politiche etiche sociali e ambientali. Investendo ingenti risorse in energie rinnovabili e attraverso il risparmio energetico abbiamo migliorato le performance ambientali. Abbiamo realizzato collezioni con materie prime naturali, biodegradabili, tracciabili e lavorate con processi produttivi sostenibili. Oggi siamo continuamente alla ricerca di investimenti e innovazioni che ci permettano di ridurre l’impatto delle nostre produzioni sull’ambiente cercando di fare al meglio la nostra parte sulla riduzione dei gas serra e del cambiamento climatico”.
Con l’energia che proviene al 100% da fonti rinnovabili tutti i prodotti filati, tessuti e jersey, sono realizzati lungo la filiera completamente verticalizzata nei due stabilimenti di Vallemosso e Tarcento.
A Vallemosso l’efficientamento energetico ha portato 7.000.000 kWh di energia autoprodotta per l’impianto di cogenerazione e 5.031.000 kWh di risparmio di energia elettrica e termica; a Tarcento invece sono state risparmiate 4.613 tonnellate di C02 grazie alla centrale idroelettrica generata dalla diga Crosis, ai pannelli solari e alla caldaia a condensazione con una produzione idroelettrica di 7.500.000 kWh. Il 90% dell’energia utilizzata negli stabilimenti deriva da fonti rinnovabili e si raggiunge il 100% con la cogenerazione ad alta efficienza.
Sul lato gestione rifiuti, uno degli obiettivi è azzerare il valore dei rifiuto inviati a smaltimento. Nel 2020 lo smaltimento è sceso ulteriormente del 2% rispetto al 2019 con l’aumento dei rifiuti inviati a recupero al 79%. Nel 2020 il consumo della risorsa idrica è diminuito del 25%, il recupero e riutilizzo di acqua proveniente dai cicli di raffreddamento tintoriali è del 12,5%.
Infine la sponsorizzazione della spedizione in Antartico con alpinisti professionisti del CAI di Biella per il rilevamento e lo studio della presenza di microplastiche nei ghiacciai è stata l’occasione per testare capi di abbigliamento con il tessuto in pura seta Cocoon.






