Più che una previsione infausta da cartomante e quasi una certezza da allarme rosso: secondo il consorzio Corertex l’autunno della filiera tessile sarà “drammatico”.
Il Consorzio per il riuso e il riciclo tessile lancia l’avvertimento sulla crisi del settore senza nascondersi dietro a termini da interpretare: “Ci sono pesanti scorte di invenduto nei magazzini, problemi di stoccaggio e crollo dei prezzi – scrivono in una nota – e ora serve un cambio di marcia per salvare il sistema. Guerre e conflitti commerciali stanno generando notevoli contrazioni di mercato nel settore del riuso e quindi molti problemi di carattere economico e logistico. Alla luce di tutto ciò la filiera del riuso rischia il collasso. Per evitarlo chiediamo alle istituzioni di aprire un tavolo di dialogo, valutando le possibili azioni da mettere in campo per salvare il settore”.
Il presidente Raffaello De Salvo, assieme a Confartigianato Imprese Prato, ha inviato una lettera alle istituzioni locali e ai parlamentari del territorio per metterli a conoscenza della grave situazione di crisi ed è già arrivato un incontro col presidente della Provincia di Prato, Simone Calamai.
“Tutti i materiali da post consumo non riusabili e quindi da destinare ad una fase di downcycling – continua De Salvo – risultano non più sfilacciabili in percentuale ottimale a causa di normative più stringenti in merito alle certificazioni Iso e alle normative Reach in via di applicazione, non consentendo più il massimo riciclo e costituendo un ulteriore aggravio economico poiché tali materiali sono da destinare ad altro tipo di recupero con tutte le spese del caso. Le raccolte di indumenti usati sono aumentate di volume e nettamente peggiorate a livello qualitativo a causa del fast e super fast fashion che, oltre ad essere in diretta concorrenza con il mercato del second hand e colpevole di un utilizzo smodato di materie prime con un’eticità di produzione molto discutibile, produce un fine vita dei capi di pessima qualità difficilmente riusabile e riciclabile. In mancanza di un sostegno reale e rapido esiste il rischio concreto di un graduale ma inevitabile collasso di un intero ecosistema industriale che risulta fondamentale per la transizione circolare”.
A rischio, spiega il Corertex, c’è il Modello Prato: “Se non sarà possibile concordare delle misure di sostegno urgenti a favore dei primi impianti, anche temporanee, le raccolte di indumenti usati rischiano di fermarsi per la mancanza di possibilità di cessione. Con il conseguente aumento esponenziale dei quantitativi di rifiuti indifferenziati e costi ambientali ed economici di smaltimento, inevitabilmente a carico di Comuni e cittadini”.
Tra le azioni individuate ci sono maggiori investimenti e sostegno politico anche sui regolamenti. “La Responsabilità Estesa del Produttore e l’ESPR, con percentuali obbligatorie di contenuto tessile riciclato post-consumo, sarebbero dovute essere implementate prima che la raccolta differenziata obbligatoria dei tessili entrasse in vigore” aggiunge il consorzio.
Nell’immediato la richiesta è per l’esenzione Iva sugli abiti di seconda mano e materia prima seconda, così da incoraggiare l’acquisto e il riutilizzo del tessile di seconda mano, rendendo le scelte sostenibili più accessibili e competitive rispetto alla moda cinese di bassa qualità a basso costo, oltre a imposte elevate sulle importazioni di abbigliamento ultra-fast-fashion, imponendo dazi significativi. E ancora riduzione dei costi di gestione dei rifiuti scartati, applicando tariffe di incenerimento e/o conferimento in discarica fortemente agevolate, molto vicine allo zero. Infine evitare la raccolta di materiali impropri, non riutilizzabili e non riciclabili.
Chiusura con sguardo all’Europa: “Alcuni Paesi – conclude De Salvo – hanno già previsto contributi economici a favore di chi valorizza gli scarti tessili e la Germania ha in previsione di farlo nel 2026. Citando le parole della Commissaria ambiente UE Roswall, senza interventi regolatori ed economici urgenti l’industria europea del riciclo è a rischio, gli Stati Membri anticipino l’Epr tessile”.