Oggi a Parigi, tra sei giorni a Milano: i campionari delle aziende tessili pratesi salgono e scendono da aerei e furgoni seguendo il calendario delle fiere.
55 le aziende del distretto pratese a Première Vision, in linea con le ultime edizioni, addirittura ben 95 (più altre due aziende di settori collaterali alla produzione di tessuti) a Milano Unica, con un incremento di presenze del 40%.
Siamo costretti a concentrare energie e risorse su aspetti formali che non hanno niente a che vedere con la sostanza della sostenibilità
“Queste fiere – commenta il presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord Maurizio Sarti – sono le prime con piena circolazione di tutta la clientela, inclusa quella cinese, nel post-covid. Sono quindi opportunità importanti, anche se considero non proficuo per espositori e clienti che i due principali saloni si svolgano entrambi a luglio. Sentiamo già la mancanza di un momento a settembre. Veniamo da un 2022 positivo, però c’è stato un certo rallentamento nei primi mesi del 2023. Oltre alle dinamiche di mercato ci preoccupa la situazione paradossale che si sta creando nell’ambito delle certificazioni e di sostenibilità; ormai siamo a combattere più con una burocrazia asfissiante che con l’implementazione effettiva dei percorsi, già in gran parte compiuti, di vera sostenibilità. Siamo costretti a concentrare energie e risorse su aspetti formali che non hanno niente a che vedere con la sostanza della sostenibilità. Alla fine nel panorama internazionale rischia di apparire più sostenibile non chi lo è effettivamente, ma chi ha più risorse e pazienza per compilare, dichiarare, barrare caselle. Da qui a lasciare spazio al greenwashing il passo è breve. Agli enti certificatori rivolgo un appello: tutti noi crediamo nella sostenibilità e abbiamo interesse a far emergere le nostre caratteristiche in questo ambito; non a caso abbiamo lavorato e lavoriamo per acquisire certificazioni, strumenti seri e fondamentali per attestare il nostro forte impegno nei confronti dei clienti e della comunità. Ma la sostenibilità deve essere innanzitutto sostanza, concretezza di prodotti e processi reali e materiali. Se noi e la nostra complessa filiera veniamo subissati dai moduli, si avrà burocrazia e non sostenibilità.”
“Le fiere sono un test utile per comprendere l’evoluzione del mondo della promozione nel tessile – aggiunge il presidente di Pratotrade Giovanni Gramigni (nella foto)- e molte cose sono cambiate in questi anni, con una accelerazione particolare subito dopo il picco dell’emergenza covid, quando abbiamo dovuto potenziare un’attività di promozione più mirata, andando a trovare i clienti a casa loro con missioni e mini-fiere locali. Difficile prevedere gli sviluppi futuri. Intanto i numeri della partecipazione ci dicono che le grandi fiere hanno ancora molto da dire. Milano Unica nel suo complesso ha del resto avuto negli ultimi anni un importante sviluppo sulla donna e l’alto di gamma; Première Vision mantiene la sua vocazione di fiera con un’offerta e una clientela dai profili eterogenei, con una fascia di prodotto più ampia. Due realtà diverse, quindi, alternative o complementari a seconda delle scelte aziendali. Come Pratotrade stiamo sostenendo le imprese consorziate nella partecipazione a vari eventi fieristici, anche di nicchia”.
Le aziende pratesi produttrici di tessuti sono 240 con 4.500 addetti diretti, nel 2021 hanno fatturato 1,705 miliardi di euro, col 67% da attribuire all’export, che nel 2022 ha raggiunto 1,38 miliardi. Nel primo trimestre 2023 si registrano rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente aumenti più contenuti sia della produzione (+1,4%) sia dell’export (+3%).
Nel 2022 sono stati tutti europei i primi mercati per importanza per i tessuti trama-ordito (Spagna 14,5% del totale, Francia 8,5%, a seguire Romania, dove si effettuano operazioni di confezionamento anche per conto di aziende di altri paesi, Germania e Regno Unito), mentre per i tessuti di altre tipologie (a maglia, jacquard, pellicce sintetiche, tessuti tecnici, tessuti non tessuti, spalmati e speciali per abbigliamento, arredo e altri utilizzi) sono rilevanti anche gli Stati Uniti (Germania 14,5% del totale, Stati Uniti 8,2%, a seguire Francia, Spagna e Romania).