Non accenna a chiudersi la “forbice” nei dati dell’export di Biella e Vercelli ed anche dopo i primi tre trimestri del 2019 i valori restano opposti.
Le esportazioni biellesi hanno superato quota 1.385 milioni di euro, però con un calo del 5,2% rispetto al corrispondente periodo del 2018; il risultato di Vercelli è superiore ai 1.900 milioni, con un aumento pari del 7,3%, il dato più alto a livello regionale. La media nazionale è +2,5%, il nord-ovest si è fermato a -0,9% (Piemonte -2,9%).
le nuove recenti minacce di ritorsioni daziarie a livello internazionale non hanno creato un clima favorevole per gli scambi
“Se è vero che i dati vengono sempre confrontati con il periodo corrispondente dell’anno prima, il 2018 che ha rappresentato l’anno record per le esportazioni delle nostre due realtà, dobbiamo evidenziare come, almeno per il Biellese, la spinta abbia perso parte del suo slancio, dove il settore tessile, che rappresenta oltre il 60% delle esportazioni, mostra un lieve calo. D’altro canto il risultato davvero buono per Vercelli non deve nascondere le differenze registrate tra i diversi comparti, come il tessile, sebbene il territorio, grazie anche ad una maggiore differenziazione produttiva, sia riuscito ad incrementare quote sui mercati UE ed Extra UE, contrariamente alla realtà biellese. Certamente le nuove recenti minacce di ritorsioni daziarie a livello internazionale non hanno creato un clima favorevole per gli scambi. L’export rimane una delle componenti strategiche per le imprese dei due territori che, tradizionalmente, vantano una forte propensione alle vendite all’estero. È evidente che dobbiamo cogliere pienamente l’importanza strategica del Made in Italy, con opportune politiche di promozione della cultura della qualità che ci contraddistingue” ha detto Alessandro Ciccioni, Presidente della Camera di Commercio di Biella e Vercelli.
Nello specifico dei settori a Biella le attività manifatturiere segnano un calo del -5,7%, con il tessile a -2,6%, col solo segno positivo registrato dai filati (+2,3%) e la diminuzione netta degli altri prodotti tessili (-12,2%). Dando uno sguardo ai settori con i valori assoluti più di rilievo, sono in flessione gli articoli di abbigliamento (-11,0%), le altre attività manifatturiere (-7,0%) e la meccanica (-10,4%).
Per quanto concerne i mercati di sbocco, l‘Unione Europea, assorbendo il 53,6% delle vendite all’estero, si conferma la destinazione principale, sia pure con un calo del 7,4% (Germania e Francia rispettivamente un calo del 10,4% e una crescita dell’1,0%; marcata la battuta di arresto verso il Regno Unito, con una diminuzione del -11,5%).
Calo anche nei mercati extra UE (-2,4%): -13,7% la Svizzera, +1% la Cina, +26,3% Giappone, +5% Turchia, -13,9% Hong Kong -4,1% Stati Uniti.
Per Vercelli il tessile abbigliamento registra un +5,1%, ma con un +11,7% per gli articoli di abbigliamento e un -16.8% per i prodotti tessili. Nel bacino dell’UE il 55,9% delle vendite all’estero: Francia +6,1%), Regno Unito +15,6%, Austria +55,3%, Germania +3,4%. Nell’extra UE export a +7,9%: Stati Uniti +31,5%, Cina +5,9%, Giappone -18,5% e Svizzera -12,1%.