In condizioni “normali” i dati sull’export delle aziende di Confindustria Toscana Nord sarebbero eccezionali ma sul futuro immediato pesano alcune ombre.
Nelle province di Lucca, Pistoia e Prato infatti l’export nel secondo trimestre del 2021 ha registrato un aumento del +51,6% rispetto al minimo di un anno fa e un incremento del 2,4% anche rispetto al periodo pre crisi (secondo trimestre del 2019).
A tracciare un quadro più completo è Federico Albini (nella foto), presidente delle sezioni trasporti e logistica di Confindustria Toscana Nord: “Il commercio mondiale è fortemente condizionato dai costi marittimi da e per la Cina – dice – che sono sestuplicati in un anno: da meno 2.000 a circa 12mila dollari per singolo container di dimensione standard. Tra le cause dell’aumento la stringente politica anticovid della Cina, che mette in lockdown intere città anche portuali non appena si verifica un solo caso di positività, le procedure adottate per le navi che attraccano e la quarantena passata dai due giorni richiesti negli altri Paesi a otto, e gli ingorghi marittimi, che portano i prezzi alle stelle. In più con l’aumentare del metallo necessario a produrli, rincarano anche i container da noleggiare”.
La difficoltà riguardano anche il trasporto su gomma: il prezzo del gasolio è passato dai 1350 euro per mille litri di gennaio ai 1523 euro rilevati a settembre. Questo anche perché in pochi usano ferrovie e oleodotti.
E tra pochi giorni scatteranno le nuove regole sul Green Pass: “Sebbene la percentuale di non vaccinati nel nostro settore sia in linea con il dato nazionale – spiega Albini – esiste un grave problema relativo al personale viaggiante, in gran parte di nazionalità estera (spesso proveniente da Paesi in ritardo con la campagna vaccinale o che hanno utilizzato vaccini non validati in Unione europea). Il rischio è quello di una fuga in massa di autisti che pur di non sottoporsi alla vaccinazione o al tampone, hanno già annunciato di voler rientrare nei loro Paesi di origine o addirittura trasferirsi in altri Stati europei, dai quali difficilmente rientreranno una volta conclusa l’emergenza sanitaria. E’ un effetto che dobbiamo considerare fin da subito, vista anche la difficoltà a trovare autisti italiani, preesistente alla crisi pandemica”.