Luca Sburlati
Vicini al baratro

“La situazione è drammatica, non è irreversibile ma ci siamo vicini”. Non si può dire che Luca Sburlati, presidente di Confindustria Moda, non sia entrato a gamba tesa intervenendo a Parigi nell’incontro tra le associazioni tessili europee ospitato da Première Vision e promosso dalle associazioni francesi UfiMH e Uit.

Dopo i vari interventi dei vertici dell’industria tessile francese e del presidente di Euratex Machado Sburlati ha snocciolato i numeri che chiariscono l’entità del problema, soffermandosi sul +18% di importazioni di tessile-abbigliamento dalla Cina nei primi sei mesi del 2025. “Abbiamo l’esempio dell’automotive” ha detto il presidente all’assemblea, che ha sottolineato con un applauso l’intervento.

“Con i problemi che hanno con gli Usa – ha detto Sburlati prima dell’inizio del simposio – la Cina sta dirigendo un flusso di prodotti ancora maggiore verso l’Europa e la crescita è preoccupante”.

C’è una soluzione?
Bisogna arrivare ad un accordo che consenta la tracciatura completa dei prodotti, perché in Dogana la merce sotto i 150 euro di valore non viene tracciata. E c’è da tutelare il commercio di prossimità, che con l’online ed i prezzi che si trovano su Internet, stanno soffrendo molto. In più c’è tutto un discorso legato ai costi di smaltimento, che ricadono su di noi, di EPR, di tassazione, oltre al fatto che ci dovrebbe essere permesso di rapportarci con i competitors in modo equo e paritario.

Chi deve intervenire in prima battuta, l’Unione Europea o i singoli stati?
Sulla questione doganale la competenza è europea, mentre le scelte politiche sugli incentivi, i contributi e le tassazioni sono appannaggio dei governi locali.

Uno sguardo anche alla fiera che ospita il vertice. La componente italiana è in calo rispetto al passato, mentre altre nazioni, come la Turchia, crescono. E’ un processo che si può fermare?
In Europa ci sono due fiere rilevanti ed è necessario che a brevissimo giro si trovi un’alleanza per sostenere le aziende che vi partecipano. Se non proprio una unione di intenti tra Milano e Parigi almeno una strategia che salvaguardi gli espositori italiani ed europei, perché se prestiamo il fianco entrano in scena concorrenti con numeri importanti ma qualità inferiore.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini