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Lucca, Pistoia e Prato, qualcuno può sorridere

E’ ancora in flessione la produzione industriale di Lucca, Pistoia e Prato nel primo trimestre dell’anno ma qualche settore mostra segnali di recupero.

Un trimestre tra alti e bassi condizionato dalle politiche daziarie degli Stati Uniti, più scioccanti che effettivamente dannose, anche se la corsa da parte degli importatori americani ad accaparrarsi merce prima dell’entrata in vigore dei dazi ha alterato la normale dinamica dei flussi commerciali.

Alla fine la produzione industriale dell’area di competenza di Confindustria Toscana Nord è stata in flessione rispetto allo stesso trimestre del 2024 dell’1,3%, a fronte del dato nazionale del -4%. Positivo invece il confronto (+1,4%) con il quarto trimestre 2024.

A sorprendere è la moda che, pur rimanendo in una situazione di criticità, mostra in alcuni segmenti una relativa vivacità rispetto sia al recente passato che al dato nazionale. Il 2024 si era chiuso a -2,2% di volume di produzione e a +3,4% di valore di export.

“L’unico dato che per l’Italia è di per sé positivo – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini – è la riduzione del prezzo del petrolio; non così per il gas, che ha avuto un andamento altalenante ma che comunque in questi primi mesi del 2025 è rimasto su livelli superiori a quelli del 2024. E’ una buona notizia lo stop alla caduta del settore moda a Prato e a Pistoia”.

La moda è invece stabile a Lucca (-0,4%) ma con un chiaro segnale di frenata di un andamento nettamente negativo.

A Pistoia le calzature sono a -11,1% che paradossalmente è un dato più positivo di quello degli ultimi trimestri e in crescita di oltre il 10% rispetto al trimestre finale del 2024. Non diverso il quadro del tessile, che dopo un 2024 in costante frenata registra livelli produttivi in crescita rispetto al trimestre precedente, e dell’abbigliamento, dove si è passati da una forte frenata nell’ultima parte del 2024 a un incremento nel 1° trimestre (+2,3%), collegato alla ripresa degli ordini, cresciuti in modo importante fra la fine del 2024 e l’inizio del 2025.

“La caduta generalizzata del settore moda è ben lontana da potersi dire superata – dice Fabia Romagnoli, presidente designata di CTN – ma -1,1% del tessile del distretto pratese è una speranza. E’ una frenata nella pesante serie degli ultimi trimestri, approdata al -8% dei volumi di produzione con cui si è chiuso il 2024. L’andamento negativo del tessile aveva contribuito in misura determinante al -7,4% del manifatturiero pratese del 2024. Rimane invece la forte contrazione dell’abbigliamento-maglieria (-11,2%) e della meccanica, costituita per lo più dal meccanotessile (-15,4%). Il risultato finale e complessivo del trimestre è -3% rispetto allo stesso periodo del 2024″.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini