31 erano e 31 rimangono: rispetto ad un anno fa non cambia il numero di aziende pratesi presenti a Pitti Filati e questo è già un buon dato in vista del salone, in programma dall’1 al 3 luglio alla Fortezza da Basso di Firenze.
E non mancheranno anche altre aziende del distretto, per lo più maglifici, ma anche di altri settori. Il tutto a dispetto di un momento quasi emergenziale per il settore: i dati rilevati dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord per il primo trimestre 2025 mostrano un calo del 4,9% di produzione rispetto al marzo 2024.
L’anno scorso i principali mercati dei filati pratesi sono stati tutti europei: Germania, Romania, Francia, Portogallo, Bulgaria e Spagna, che da soli superano il 50% del totale del valore dell’export pratese del comparto. Si tratta in qualche caso di destinazioni che non coincidono con quella del committente ma che rappresentano luoghi di produzione dei capi di maglieria. Sono 80, con 2.000 addetti diretti, le imprese produttrici di filati del distretto pratese. Il fatturato 2023 – l’ultimo disponibile – ammonta a 670 milioni di euro.
“Le nostre aziende – sottolinea Gabriele Innocenti, coordinatore del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord – continuano a portare avanti con determinazione gli obiettivi che si sono date. Fra queste, ha una particolare rilevanza strategica la qualificazione delle filiere. Ci sono sviluppi molto positivi del progetto finanziato da Confindustria Toscana Nord e dalle imprese per la diffusione della certificazione autonoma GRS nelle lavorazioni terziste locali del comparto filati per maglieria. Sono già sette le aziende di filiera che l’hanno raggiunta, Aspatura Arcade, Eurostoffe, Fil 4, LP 5, Materica, Ritorcitura Parisa, Roccatura Romiti & Martini, le prime a giungere all’obiettivo fra quelle del nucleo sperimentale di 25 aziende con cui è iniziato il progetto.”
“La massiccia adesione delle imprese pratesi – aggiunge Leonardo Mannelli, da poco presidente di CPF-Consorzio Promozione Filati – fa ben comprendere l’alto livello delle nostre produzioni, dato che a Pitti Filati si espone su invito ed esservi ammessi significa far parte di una comunità riconosciuta come d’eccellenza da tutto il mondo della moda internazionale. Del resto le nostre imprese continuano a investire, a crescere, a qualificarsi: siamo un riferimento per aspetti centrali come la creatività e la sostenibilità. Tutto questo viene percepito dai mercati, pur in questo momento che non è certo dei più propizi né per il nostro comparto né per la moda in generale. Un mercato che è diventato sempre più interessante è quello statunitense: i dati sull’export non possono darne conto perché nella maggior parte dei casi la spedizione avviene verso il paese di lavorazione, ma la clientela americana mostra una vivacità significativa”.