Pressoché unanime il giudizio sull’andamento delle due giornate di Milano Unica: molto bene la prima, oltre le prudenti aspettative della maggioranza degli espositori, più tranquilla la seconda. Ma la valutazione è sostanzialmente positiva, perché se i numeri non sono da capogiro, il livello dei visitatori presenti è stato ottimo: meno gente ma di livello, insomma.
“Alla fine se nello stand c’è meno ressa – commenta Andrea Cavicchi (foto a sinistra), che ha lavorato per lo più nello stand di Archè, l’azienda rilevata ormai quasi due anni fa e che investe soprattutto su un’alta gamma assolutamente green – si lavora meglio e si valorizzano bene le qualità del prodotto. Abbiamo avuto clienti di alto livello, molto interessati e che meritano un’attenta descrizione delle nostre capacità tecniche di lavorazione oltre che delle garanzie di qualità e sostenibilità. Sono titubante sull’appuntamento di Parigi: mancheranno gli orientali, gli italiani li abbiamo incontrati qua, se dobbiamo andare a Parigi per incontrare gli americani, ammesso che siano presenti, va fatta una riflessione attenta sull’opportunità della trasferta. Vedremo: intanto godiamoci i risultati di Milano”.
Neanche Francesco Marini è entusiasta del primo appuntamento parigino con Fashion RendezVous: “Numeri minori delle aspettative – commenta dallo stand di Marini Industrie – che ci rendono un po’ titubanti per settembre. Al contrario la prima giornata di Milano Unica è andata oltre le aspettative e anche la seconda sta procedendo bene, abbiamo avuto qualche visitatore straniero e questo è un segnale importante per questa ripartenza. Certo la mancanza di Cina e Corea è pesante”.
Una riflessione sui grandi assenti anche da Roberto Rosati (foto a destra) della Fortex: Cina ma soprattutto Corea. “Nonostante le diverse dimensioni – commenta l’imprenditore – la propensione al prodotto italiano rende la Corea un mercato fondamentale e la loro assenza da queste manifestazioni è pesante. In ogni caso Milano Unica è andata bene, sicuramente meglio di come ci aspettavamo dalle esperienze un po’ fiacche di alcune fiere di precollezione che abbiamo fatto. Restiamo prudenti, ma fiduciosi: i clienti sono in riserva di energia e questo ritorno in fiera è importante, senza dimenticare qualcosa di positivo che questi due anni di fermo hanno portato. Una bella ripulita dei magazzini, un’attenta riflessione sui target delle nostre aziende e sugli obiettivi. Il tempo che abbiamo avuto a disposizione ha portato degli aggiustamenti che potrebbero essere fautori di un buon futuro”.
Ottimismo e sollievo nelle parole di Dario Righetto, direttore creativo della Tessitura Monti: “la prima giornata è andata bene – afferma – non abbiamo ancora il report delle visite, ma la sensazione è che ci sia stata tanta gente e soprattutto tanto interesse per i nostri prodotti. C’era bisogno di tornare ad incontrarsi in presenza, la dimensione della fiera è imprescindibile per il nostro settore, per lo scambio di impressioni e di feedback”.
L’ennesima conferma, se fosse necessario, di come il settore tessile, per quanto evoluto, abbia ancora bisogno della mano che ‘sente’ il tessuto e dell’occhio che senza filtri coglie le sfumature di colore.