Presidenti che vanno, presidenti che vengono, treni che si fermano e accumulano ritardi portando gli addetti ai lavori a destinazione quasi fuori tempo massimo, numeri che (purtroppo) non sono quelli attesi e sperati, ‘frecciatine’ istituzionali in direzione Francia: non si può certo dire che le prime ore di Milano Unica non abbiano portato spunti di cronaca.
Intanto le novità assoluta, ovvero il passaggio di consegne tra Silvio Albini e Ercole Botto Poala al vertice di Milano Unica: si chiude dopo quattro anni l’intensa esperienza di Albini, che lascia il testimone al giovane ad di Lanificio Reda, con la leadership del salone che torna quindi in mani biellesi dopo la parentesi lombarda.
Poi l’attualità caratterizzata dai numeri, che nel 2015 non stanno premiando il tessile italiano che, dopo tanti trimestri di crescita deve fare i conti con un primo semestre a forti tinte scure: -4,1% nel fatturato, -2,3% nell’export e -4% nell’import, quest’ultimi due dati limitati a fine maggio, per un saldo commerciale di 822 miliardi. “Quantomeno si è fermata l’emorragia di espositori – ha detto Albini – con 404 presenti, 71 dei quali esteri ai quali si aggiungono i 47 di Osservatorio Giappone e i 10 di Osservatorio Corea”.
Dopo l’intervento di Albini, che analizzeremo a parte, si sono susseguiti quelli degli altri ospiti, con un viceministro Calenda che ha chiuso la cerimonia di inaugurazione raccogliendo gli ormai abituali applausi dei presenti. Nel corso della giornata tutto il reportage dai padiglioni del Portello di Milano…