Classica situazione da bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto per l’analisi del report di Sistema Moda Italia in cui vengono illustrati in dettaglio i dati di sell-out sul mercato italiano per sedici linee di prodotto del Tessile-Abbigliamento.
Il decremento infatti c’è ma è meno marcato degli ultimi anni: gli ottimisti vedranno in questo un accenno di ripresa della domanda, i pessimisti penseranno che neppure la stagione Autunno/Inverno 2014-15 del tessile-moda servirà a frenare la caduta.
In sostanza però si nota, come scrive Smi, “un assestamento dei livelli di sell-out (in termini costanti) a fronte della profonda ristrutturazione cui ha assistito questo mercato nel più recente passato. In particolare, a livello di spesa corrente, l’A/I 2014-15 registra un deciso rallentamento del tasso di decremento: sulla base delle rilevazioni condotte da Sita Ricerca, si rileva una flessione del -1,6% rispetto alla corrispondente stagione A/I 2013-14, che, a sua volta, aveva invece archiviato un decremento di un certo rilievo, pari al -5,7% (che seguiva, peraltro, due stagioni invernali con perdite di simile gravità). Se si considera l’ultimo decennio, in termini di spesa corrente, solo l’A/I 2006-07 e l’A/I 2007-08 avevano presentato performance migliori (rispettivamente -0,3% e +0,6%) di quanto registrato nell’ultima stagione”.
Ad avere il segno più, dopo oltre dieci anni di negatività, è la spesa costante (+0,2%): la stagione A/I 2014-15 è stata caratterizzata da un ritorno del favore per alcuni comparti, che registrano delle variazioni positive piuttosto vivaci (confezioni in pelle, camiceria, calzetteria), ma alcune merceologie (tra cui proprio confezione e maglieria), pur in netta decelerazione rispetto al passato, restano in calo.
Per quanto riguarda i canali distributivi sono in crescita le catene/franchising, che presentano un aumento del sell-out intermediato pari al +4,8% a valore ma del +6,8% a quantità (con prezzi dunque in calo); tale format copre ormai poco meno del 40% del mercato. Cresce complessivamente anche la GDO,
ma solo grazie ai grandi magazzini (+5,1%), mentre il canale food e le grandi superfici cedono circa
il -3%. Le flessioni più gravi, superiori al -10%, colpiscono ambulanti ed outlet. Il dettaglio tradizionale, sceso a quota 25,1% del mercato, non vede interrompere il processo di ridimensionamento e cede un ulteriore -9,5%.
Molto bene l’e-commerce (+41,5%) che incide per il 4%, quota lontana da quella dei Paesi nord-europei ma destinata a crescere celermente.