Nel calo del meccanotessile ci sono barlumi di speranza

Ancora un calo per il meccanotessile italiano che però, alla fine del secondo trimestre, ritrova indicazioni positive nel mercato interno.

Secondo Acimit infatti rispetto allo stesso trimestre del 2024 c’è stato un calo dell’1%, frutto di un bilanciamento quasi perfetto tra il mercato interno in crescita e quello estero ancora in flessione.

In Italia gli ordini sono saliti del 38%, fuori dai confini è arrivato l’ennesimo calo (-7%).

Nel secondo trimestre il carnet ordini ha raggiunto i 3,9 mesi di produzione assicurata (era di 3,6 mesi nel primo trimestre) e le imprese del settore hanno utilizzato mediamente appena il 55% della capacità produttiva nella prima metà dell’anno. Il livello di utilizzo per il secondo semestre 2025 si prevede possa arrivare al 60%.

Per Marco Salvadè, presidente di Acimit, “i segnali italiani sono incoraggianti, ma le preoccupazioni per il futuro restano. In Italia la domanda è comunque debole. L’incremento registrato tra aprile e giugno dovrà essere confermato nel corso dell’anno”.

“Sul fronte estero – ha aggiunto Salvadè – permane una situazione di generale incertezza, riconducibile non solamente ai dazi USA imposti alla UE, ma anche alla situazione geopolitica complessiva. L’aliquota del 15%, combinata alla svalutazione del dollaro rispetto all’euro, potrà incidere sull’export verso gli Stati Uniti a seconda delle aliquote tariffarie applicate agli altri Paesi che riforniscono di tecnologia le aziende tessili statunitensi. Per ora quello resta un mercato di assoluta rilevanza, il quarto nel 2024, per un valore di oltre 112 milioni di euro, in crescita anche nei primi quattro mesi del 2025 (+3%). Debole è per ora la domanda in Cina e Turchia, calate rispettivamente del 32 e del 47%”.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini