Gli ultimi sviluppi della lotta al coronavirus stanno coinvolgendo in modo molto diretto il sistema manifatturiero italiano ed i distretti tessili in particolare.
Anche il presidente dell’Unione Industriale Biellese Carlo Piacenza è intervenuto sul tema aprendo una serie di interrogativi, anche sul ruolo dell’Unione Europea: “Non entro nel merito delle regole che ci viene imposto di seguire oggi in Italia e nel Biellese – dice Piacenza – e al contrario, ringrazio quanti, ad ogni livello, si stanno impegnando al massimo per cercare di contenere l’emergenza sanitaria. Però non bisogna trascurare anche il ‘coronavirus delle imprese’, quelle che oggi hanno un raffreddore, domani dovranno fare i conti con la polmonite. E questa sofferenza riguarda tutti, l’intero territorio e il benessere della comunità”.
Il ruolo dell’Europa è vitale per concertare le misure da adottare
Sulla proposta di chiudere l’attività delle fabbriche, fatta eccezione per i settori di produzione delle derrate alimentari, delle forniture farmaceutiche e dei trasporti Piacenza è chiaro: “E’ una misura tanto eccezionale quanto deleteria per le attività manifatturiere. Anche in questo caso l’Europa dov’è? Scelte così draconiane imporrebbero un’attenta valutazione che tenga anche conto delle profonde interconnessioni fra i sistemi economici dei vari Paesi europei, della globalizzazione dell’economia, delle catene internazionali di produzione del valore. Supponiamo che l’Italia si fermi per le prossime due settimane: alla ripresa della produzione cosa succederà? Se allora si fermeranno anche altri Paesi europei per l’avanzare del contagio, a chi esporteremo i nostri prodotti? E come potranno portare avanti le loro produzioni senza i nostri semilavorati? Ecco perché il ruolo dell’Europa, in questo senso, è vitale per concertare le misure da adottare per fermare subito non solo il contagio sanitario ma anche quello economico: anticipiamo l’onda del coronavirus in modo coordinato per riuscire a preservare il nostro tessuto manifatturiero”.