Non c’è stata una crescita, ma era anche arduo ipotizzarla, ma i numeri di Pitti Filati 84 hanno portato una sostanziale e positiva stabilità rispetto ad un anno fa, con circa 4.300 compratori arrivati alla Fortezza da Basso nei tre giorni di salone.
E la nota forse più positiva è che il mercato interno è vivo e senza cali. Oltre 50 i paesi esteri di provenienza dei visitatori: “Ancora una volta – dice Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – Pitti Filati esprime al meglio il grande lavoro di ricerca e gli investimenti sull’innovazione che stanno facendo le nostre filature I feedback che ho raccolto sono tutti molto positivi, i compratori internazionali hanno molto apprezzato le nuove collezioni presentate dalle filature d’eccellenza italiane ed estere, e si è trattato di un pubblico selezionato e qualificatissimo di designer, uffici stile e operatori del settore arrivati da tutto il mondo, alcuni dei quali ospitati al salone anche grazie al piano di incoming sostenuto da Mise e Agenzia Ice. Sottolineo la grande attenzione riservata dal nostro pubblico ai due progetti-installazione novità di questa edizione – Techno-Luxury in collaborazione con Carvico e Jersey Lomellina, e CustomEasy sui trattamenti di customizzazione, realizzato assieme agli espositori, i maglifici di Knitclub e l’azienda Intex – che hanno presentato un ulteriore ampliamento del lavoro sull’innovazione proposto da Pitti Filati. E poi un pubblico numeroso ed entusiasta ha accolto le collezioni in sfilata degli studenti del Master in Creative Knitwear Design di Accademia Costume e Moda e Modateca Deanna, uno degli eventi speciali in calendario, così come risultati straordinari li ha raccolti lo Spazio Ricerca curato da Angelo Figus e Nicola Miller: è piaciuto tantissimo anche a questa edizione, anticipando i temi dei filati della prossima estate in modo creativo e sorprendente”.
A fare da negativo contraltare alla tenuta sostanziale del fronte estero (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Svizzera, Russia, Spagna, Olanda e Turchia) c’è stato il calo di Giappone e soprattutto Germania, due mercati non propriamente minori.