Spostamento di pochi chilometri per le 29 aziende pratesi che da domani saranno tra le protagoniste dell’edizione numero 86 di Pitti Filati. Il numero è in linea con le precedenti edizioni di gennaio e diventa più grande se ai filatori si aggiungono le altre imprese locali della meccanica, della logistica e della maglieria, oltre al Consorzio Promozione Filati.
L’attuale congiuntura non induce a voli pindarici, visto che nel 2019 c’è stato un rallentamento negli ordini pervenuti ai produttori pratesi, soprattutto dall’estero: l’export dei primi nove mesi ha segnato infatti -2,4% rispetto al corrispondente periodo del 2018. Nonostante le non brillanti prestazioni dell’export il dato congiunturale, sempre per i primi nove mesi dell’anno, è all’insegna della stabilità, con -0,5% ma un andamento che è stato migliore nella prima parte del periodo.
Lavorare tra certificazioni e procedure formalizzate non è né semplice né a costo zero
“Risentiamo delle incertezze – commenta Raffaella Pinori (nella foto), coordinatrice del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord – di un’economia internazionale condizionata dalle turbolenze politiche. Il tratto caratteristico di questi ultimi anni è comunque, e sempre di più, l’attenzione per la sostenibilità. Come cittadini responsabili e come imprenditori attenti alle tendenze dei mercati lavoriamo da anni al miglioramento delle prestazioni ambientali e sociali, già buone, delle nostre aziende. Ritengo che i filati per maglieria pratesi siano fra i più ‘amici dell’ambiente’ di quelli sul mercato, sia che si tratti di prodotti riciclati, sui quali il nostro distretto ha competenze uniche al mondo, sia nel caso di fibre vergini. Lavorare tra certificazioni e procedure formalizzate non è né semplice né a costo zero. Materiali e servizi che diano garanzie in questo senso sono inevitabilmente più costosi di altri; gestire la tracciabilità dei prodotti e muoversi nel mondo complesso e articolato delle certificazioni richiede competenze e anche molto tempo ed energie di noi stessi e dei nostri collaboratori. Le ottimizzazioni che abbiamo realizzato nella gestione aziendale non bastano a compensare questi aggravi. La sostenibilità non è e non deve essere un lusso, ma un obiettivo a cui tutti dovrebbero tendere; un obiettivo che ha un costo significativo di cui anche i nostri committenti sono chiamati ad essere consapevoli”.
Ad oggi le imprese produttrici di filati del distretto pratese sono 82, con 1.500 addetti; il valore della produzione ammonta a 620 milioni.






