Cambia la ‘geografia’ ma restano abbastanza simili i numeri nel bilancio finale di Pitti Uomo, che ha chiuso i battenti con oltre 36.000 presenze. “Siamo davvero contenti di questa edizione di Pitti Uomo – dice Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – ma la cosa più importante per noi è il giudizio largamente positivo che emerge dalla grande maggioranza degli espositori e dei migliori negozi e punti vendita internazionali sull’organizzazione, sulla qualità e la varietà stilistica delle collezioni, il livello del confronto tra domanda e offerta, gli eventi speciali. Quanto alla presenza dei buyers sono ovviamente molto soddisfatto della partecipazione estera, che si è confermata sugli altissimi livelli della scorsa edizione invernale (circa 8.800 persone) e tutto sommato mi sembra un buon risultato anche quello italiano (-3.5% rispetto a gennaio 2016), considerando l’altalena di stati d’animo, sentimenti e proiezioni sul futuro che il nostro paese sta vivendo da qualche tempo: si parla comunque di ben 15.500 compratori italiani e quelli più importanti erano tutti in Fortezza da Basso”.
Oltre cento i paesi di provenienza dei circa 24300 compratori: Germania, Giappone, UK, Francia, Spagna, Olanda, Cina e Stati Uniti ancora una volta ai primi posti della classifica, recupera la Russia, cala la Turchia, crescono i principali mercati dell’Europa dell’Est e del Nord (soprattutto Svezia e Danimarca) oltre a Canada, Israele e Sudafrica. Defezioni sono arrivate da Irlanda, India, Messico ed Emirati Arabi; stabile nel complesso l’area del Sud-Est asiatico, con paesi strategici come Corea del Sud, Hong Kong, Taiwan e Singapore.






