Gli stand di Première Vision

Première Vision, il tour non è de France

Passa dall’Italia, e non poteva essere diversamente, il tour di Première Vision per la presentazione delle tendenze moda per la prossima edizione e per gli incontri con imprenditori e collaboratori sparsi in tutto il mondo.

Una tappa è stata Prato, all’indomani del rogo di Notre Dame, che Guglielmo Olearo, responsabile dei saloni internazionali di Première Vision, ha visto in tv tra un volo e l’altro: il tempo di fermarsi 24 ore nel distretto toscano e poi via verso Istanbul. Ma 24 ore, aggiunte a quelle negli altri luoghi del tessile italiano ed europeo, sono abbastanza per avere un quadro esaustivo: “Il periodo non è semplice – spiega – perchè sui mercati regna l’incertezza dovuta a situazioni anche di politica. E poi c’è un grande cambiamento dei consumi; rispetto a prima ora le persone cambiano meno gli abiti, le stagionalità sono più lunghe, c’è molta più forbice tra l’alto di gamma, che funziona bene, e il basico”.

E poi c’è il tema sostenibilità, che caratterizzerà i saloni, a iniziare da Denim Première Vision a Milano a fine maggio: “Abbiamo avuto una grande risposta – dice ancora Olearo – sia dagli espositori, che saranno 94 con una ventina di italiani, che dalla città”.

Il giro poi proseguirà con Blossom a inizio luglio, seguito da PV New York: “Anche quello americano – conclude Olearo – è un mercato complicato e per i venti anni del salone, nel 2020, stiamo pensando a novità nella formula. Intanto però raccogliamo adesioni, anche italiane, per la prima edizione di PV Sport a ferragosto a Portland, dove porteremo tessuti, accessori e stampe”.

Condividi articolo