Il conto alla rovescia è praticamente finito e dopo il weekend i riflettori di tutta la filiera tessile si accenderanno su Parigi e su Première Vision.
Lunedì infatti si aprirà la versione digitale della fiera, seguita il giorno dopo da quella in presenza al Parc des Expositions de Paris Nord-Villepinte ed è inutile sottolineare quanto le incognite della vigilia stiano creando un clima di curiosità ed incertezza che solo l’avvio del salone potrà dissipare.
Mentre gli organizzatori sono a perfezionare gli ultimi dettagli in materia di sicurezza (accesso con Green Passe e mascherina alla base) i padiglioni 4, 5 e 6 sono pronti ad accogliere 1.080 espositori provenienti da 41 paesi con le loro collezioni di filati, tessuti, pelle, design tessile e accessori, con 63 aziende al debutto assoluto.
Questa edizione segnerà anche il ritorno delle conferenze, ben venti, mentre una selezione di otto Digital Talks, tra cui seminari di moda e un’esperienza di Live Sourcing, potranno essere seguiti in diretta sul sito di Première Vision.
A seguire tutto dall’alto della sua posizione di direttore del salone c’è Gilles Lasbordes, con un occhio ai padiglioni e l’altro alle decisioni del Governo francese e del primo ministro Jean Castex.
Quando avete deciso di andare avanti e confermare l’edizione fisica?
E’ indubbio che ci sono stati momenti di difficoltà, soprattutto quando sono arrivate le limitazioni per gli eventi al chiuso. Quando però Castex ha spiegato che le disposizioni non riguardavano le fiere e gli appuntamenti commerciali abbiamo preso la decisione definitiva. Lo stesso hanno fatto anche altri, basti pensare alla recente Fashion Week di Parigi e i saloni delle settimane scorse che non hanno cambiato il loro programma.
Quindi da una parte il Covid e dall’altro gli espositori.
Sì, sempre pensando alla sicurezza di tutti. Gli espositori ci hanno confermato la volontà di incontrarsi di persona ed in più Castex ha confermato la possibilità che le restrizioni vengano alleggerite, già nei giorni del salone, visto che la variante Omicron sembra avere effetti negativi più rapidi rispetto alla Delta.
Avete cambiato parti importanti dell’organizzazione (Igog Bonnet e Desolina Suter, ndr) nel momento più difficile per il settore fieristico. Una scelta che rifareste?
Certamente. Cambiare, anche e soprattutto nei momenti difficili, porta positività, nuove idee, nuovi input. Lo dimostrano ad esempio i seminari ed i talk che abbiamo organizzato più tutti i servizi in presenza che assicuriamo.
Nel frattempo c’è stata anche PV New York.
Anche lì il clima è stato di grande incertezza, anche perchè c’era proprio il picco dei contagi. Ma i 106 espositori sono stati felici di incontrae i buyers, che alla fine sono arrivati non solo dall’area di New York e della costa atlantica ma anche dalla California e dalla Florida.