PVP chiude con la forza dei numeri

Ultimo giorno di fiera a ritmi meno frenetici delle 48 ore precedenti per gli espositori di PV Paris, che possono iniziare a tirare le somme della kermesse che puntualmente torna a alimentare speranze, sogni e talvolta delusioni. Nel complesso l’edizione e’ stata positiva per molti, con le solite e normali differenze da azienda ad azienda e da padiglione a padiglione, con alcuni espositori al 3 e 4 a guardare un po’ invidiosi quello che e’ successo al 5 e al 6, dove soprattutto ieri c’e’ stato il caos dei tempi belli.

Nessuno ha lamentato l’assenza dei clienti piu’ importanti e, se confermare gli accordi degli ultimi anni e mantenere i clienti e’ l’obiettivo minimo di chi viene a Parigi, allora il bersaglio e’ stato centrato. Tanti orientali nei corridoi, molti anche gli americani: gli effetti finanziari di svalutazioni di monete o di instabilita’ non si sono fatti sentire o quasi. Le ultime ore di fiera (necessarie per recuperare il tempo perso in apertura di mattinata a causa dello stop a due treni che hanno portato i visitatori in arrivo da Parigi ad arrivare in fiera piu’ tardi del previsto) serviranno per piazzare gli ultimi ordini o per fare le ultime scelte prima di smontare gli stand e riportare i campionari in ditta.

Ancora una volta gradito il nuovo corso del salone, con la sigla PVP unica  una maggiore facilita’ di spostamento da un settore all’altro: tra gli ‘extra’ grande successo del ‘social network trend’ con l’hashtag #wearepremierevision abbinato alle foto scattate e appese nella hall 6. Lo stand del fotografo e’ stato di gran lunga quello con la coda piu’ lunga nei tre giorni di salone.

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