Un settembre 2016 in calo rispetto a dodici mesi fa per il gruppo Ratti, che ha realizzato un fatturato pari a 62,2 milioni, con una flessione dell’1,9%. Il risultato ante imposte del periodo è stato pari a 2,3 milioni di euro, in flessione di circa 700mila euro rispetto al 2015. A fine settembre 2016 la posizione finanziaria netta presentava un saldo negativo di 4,5 milioni di euro, in ampliamento rispetto agli 1,5 milioni di fine 2015.
A parte la collezione donna, cresciuta del 12,7% tutti gli altri comparti hanno accusato flessioni più o meno evidenti, dal -15,7% della collezione uomo al -1,9% del fast fashion passando per il -9,2% del Lusso, il -7,4% dei non allocati e il -3,4% dell’arredamento. Il calo del lusso è dovuto ad un analogo calo di alcuni clienti del comparto, anche se nel complesso il fatturato non ha avuto scossoni enormi.
Per quanto riguarda il fatturato diviso per aree geografiche c’è un balzo in avanti notevole del Far East (26,2%), mentre calano tutti gli altri salvo l’Italia (+0,3%): Europa (-8,1%), Usa (-20,3%) e Giappone (-21,8%). Nei primi nove mesi dell’anno Ratti ha comunque investito 3,8 milioni in immobilizzazioni, tra materiali e immateriali: 1,6 milioni per nuove stampanti ink-jet e 900 mila euro per varie attrezzature per la stampa.
Per la fine dell’anno non ci sono previsioni ottimistiche: alla luce di quanto successo per tutto il 2016 il trend di lieve decrescita dovrebbe essere confermato.






