Particolare di un'orditura

Ritorciture e orditure, a Prato manca il ricambio

Con orditure e ritorciture si è chiusa una nuova pagine dalla mappatura della filiera tessile pratese elaborata da un gruppo di lavoro composto da Camera di Commercio, Confartigianato, Cna, e Confindustria Toscana Nord.

E’ il ricambio generazionale il problema con il quale dovranno fare i conti nei prossimi anni le ritorciture e le orditure che operano nel distretto e che rappresentano due anelli essenziali della catena produttiva. La successione aziendale appare difficile perchè queste lavorazioni si trovano a dover fare i conti con un settore tessile che sta cercando di ritrovare la sua operatività dopo la crisi degli ultimi anni.

“L’indagine sulla mappatura della filiera – commenta Luca Giusti, presidente della Camera di Commercio di Prato – è un’esperienza unica di conoscenza del distretto e anche questa volta stimola delle considerazioni importanti  Dobbiamo lavorare sui giovani, dobbiamo trovare il modo di avvicinarli al tessile”.

Sono 97 le orditure che operano nel distretto e 57 le ritorciture; l’85% delle aziende sono state intervistate e quindi il quadro che emerge è attendibile. Oltre 900 gli occupati: 467 nelle orditure e 441 nelle ritorciture. Queste aziende lavorano quasi totalmente per aziende del distretto di Prato e proprio per questo sono molto legati alle dinamiche del distretto. Se il 55 per cento delle orditure, più legate alla produzione di tessuti, dichiara una diminuzione nel fatturato tra il 2001 e il 2014, la cifra scende al 34 per cento per le ritorciture, che invece operano con i produttori di filato.

Appare adeguata la capacità produttiva delle imprese che operano nel settore, che devono però fare i conti con la stagionalità che le porta a stare quasi ferme con le lavorazioni nei mesi di agosto, dicembre e gennaio. Una capacità produttiva che però potrebbe ridursi nei prossimi anni, come prevedono il 50% delle orditure e il 36,2% delle ritorciture. Sul fronte della redditività si segnalano alcune difficoltà: per il 60% delle orditure è appena sufficiente, per il 18% insufficiente. Va meglio nelle ritorciture dove il 43% dichiara di avere una buona redditività. Risultati che si riflettono anche sull’andamento degli investimenti, che sono stati nulli nel 77 per cento delle orditure ma consistenti e focalizzati sugli impianti nel 48% delle orditure.

Mediamente gli imprenditori che ci operano hanno 55 anni: il 26% delle orditure pensa di cessare l’attività e per il 21% la successione costituisce un problema. Dati più confortanti, ma sempre preoccupanti per le ritorciture dove il 23% degli imprenditori pensa di cessare l’attività e per il 15% la successione costituisce un problema.

“C’è una grande necessità di tecnici tessili – ha aggiunto Andrea Cavicchi, presidente di Confindustria Toscana Nord – e le nostre aziende ne hanno bisogno. Dobbiamo riavvicinare i giovani al settore, che è ancora vitale, come ci dimostra questa indagine”.

“L’indagine – ha commentato Moreno Vignolini, vicepresidente Confartigianato Prato – ci mostra che le lavorazioni hanno umori differenti  Le ritorciture sono riuscite a far apprezzare il loro valore aggiunto e questo ha reso possibile aprire un dialogo costruttivo con i committenti. Credo che sia questa la chiave vincente”.

“La mancanza di prospettive – ha concluso Francesco Viti, presidente Federmoda CNA – causa scarsi investimenti. Per il futuro del comparto il coinvolgimento dei giovani è fondamentale”.

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