Il marchio I’ Paltò pratese cambia denominazione e adesso si chiamerà ‘I Pastrano’. La novità arriva a seguito dell’accordo bonario in merito alla titolarità e all’utilizzo del marchio Paltò, del quale Luna Srl e Pgn International rivendicavano l’uso esclusivo avendone registrato il marchio nella classe cappotti, capispalla e in tutte le altre categorie merceologiche di riferimento.
Alla fine, dopo intense trattative fra i rispettivi legali, Papini Cashmere e M&A di Alessandro Sanesi hanno accettato di dismettere ogni utilizzo del marchio Paltò, adottando la denominazione ‘I Pastrano‘ per contraddistinguere le loro eventuali future linee di cappotti e capispalla.
Le trattative hanno visto come protagonisti due pool legali. Da un lato gli avvocati Marika Bruno, Giampaolo Benedetti Pearson e Giulio Filardo dello studio Bbp Legal ad assistere Luna e Pgn International, dall’altro gli avvocati pratesi Lorenzo Rocchi, Martina Morozzi e Diletta Ariano della Valentini & Partners a difendere le ragioni di Papini Cashmere e di M&A.
La vicenda nasce lo scorso novembre, quando Papini Cashmere e M&A di Alessandro Sanesi lanciano sul mercato il primo cappotto rigenerato prodotto nella filiera tessile del cardato riciclato pratese, con una produzione interamente tracciabile grazie a un qr code, e riciclabile al 100%. Alla linea di produzione viene dato il nome di Paltò, prendendo spunto dal termine dialettale e con un richiamo specifico al film Amici Miei, dove in una scena si menziona proprio il paltò.
La scelta del nome, viene però contestata da Luna Srl, titolare del marchio registrato Paltò, e Pgn International licenziataria del marchio. Una contrapposizione che apre una disputa legale, che giunge a conclusione con l’accordo bonario fra le parti e il cambio di nome per i cappotti delle aziende pratesi in ‘I Pastrano’ che mantiene comunque le caratteristiche precedenti di rigenerato, tracciabile e riciclabile al 100%.