Tasse, aree dismesse e futuro: l'Unione 'chiama' Saronno

“Non lasci che le logiche politiche abbiano a prevalere sul bene della collettività. Gli imprenditori chiedono cose semplici: di poter lavorare nella normalità”. Questo l’appello lanciato dal presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Riccardo Comerio, al sindaco di Saronno, Alessandro Fagioli, che ha partecipato alla riunione di Giunta dell’associazione di categoria nella sede saronnese.

Maggiore attenzione ai quotidiani bisogni delle aziende, la tassazione comunale, le aree industriali dismesse, il futuro di Saronno nella provincia di Varese: questi i temi che sono stati messi all’ordine del giorno dell’incontro.
“Con la Giunta municipale precedente – ha affermato Riccardo Comerio – avevamo ottenuto un trattamento accettabile per quanto riguarda la Tari. Inutile sottolineare che vorremmo vedere mantenuta questa impostazione”. Una richiesta accolta da Fagioli: “È nostra intenzione non aumentare la pressione fiscale locale né nei confronti di persone e famiglie, né nei confronti delle imprese. Per questo stiamo predisponendo un bilancio 2016 che non prevederà aumenti della tassazione”.

Le aree dismesse come quella di Cemsa e Cantoni, ha detto Comerio, sono “ancora una ferita a cielo aperto. Da anni si parla di riqualificazione delle aree, ma i progetti restano sulla carta. So che per l’area Cantoni vi sarebbe un progetto che io valuto interessante perché prevederebbe anche l’insediamento di attività economiche compatibili col tessuto urbano. Mi pare che una tale soluzione potrebbe offrire diversi vantaggi: mantenere una certa attrattività della città verso gli investimenti produttivi; evitare la cementificazione di altro suolo; privilegiare l’insediamento di piccole e medie realtà produttive”. Quelle delle aree industriali ha spiegato il sindaco è un tema già all’ordine del giorno.

Sul dibattito ‘provincia di Varese o area metropolitana‘ Comerio ha preso una posizione netta, in linea con Fagioli: “L’Unione Industriali considera Saronno come parte fondamentale del territorio provinciale perché il Varesotto senza il Saronnese si priverebbe di una realtà economica qualificante, che al Varesotto ha dato tanto e continuerebbe a dare un’impronta molto marcata. Non so se dentro un’area metropolitana come quella milanese, Saronno avrebbe altrettanta possibilità di far prevalere le proprie peculiarità e necessità”.

“Diciamo no all’area metropolitana – ha concluso il sindaco – sia per motivi di rappresentanza politica, perché con la riforma delle province il meccanismo di elezione dei Consiglieri provinciali oggi ci permette di avere un nostro rappresentante nell’ente del Varesotto, ma ciò sarebbe difficilmente possibile in un ente più grande come quello milanese. Sia perché sarebbe un cambiamento che farebbe fare un salto nel buio alla rappresentanza del proprio sistema economico e alle imprese, le cui associazioni di categoria sono organizzate su base provinciale, con riferimento su Varese. Inoltre ha poca consistenza l’argomentazione di chi vorrebbe andare nell’area metropolitana per uscire da una situazione che ha visto fino ad oggi Saronno essere una periferia della provincia di Varese. Passare dall’altra per Saronno vorrebbe dire diventare la periferia di un più grande impero, con minore capacità di ascolto delle nostre esigenze e di quelle delle nostre imprese”.

Condividi articolo