Tessile, i controlli adesso aumentano

La tragedia di Prato, con la morte di sette operai cinesi arsi vivi in un capannone, ha fatto esplodere il caso sicurezza e legalità a livello nazionale e arrivano notizie di controlli mirati in varie zone del Pese. In Veneto, ad esempio, e più precisamente nella zona di Venezia, i numeri sono chiari: “Solo negli ultimi dieci giorni abbiamo compiuto ispezioni in una ventina di laboratori tessili e calzaturieri della Riviera del Brenta e nel basso veneziano. Da tempo abbiamo intensificato l'attivita' di controllo in questo settore, in cui spesso opera la comunita' cinese. Dei venti laboratori ispezionati, cinque sono stati chiusi per irregolarita' sul fronte della sicurezza del lavoro, mentre altri due sono stati chiusi perche' vi abbiamo trovato piu' del trenta per cento di lavoratori 'in nero”. Questo il riassunto del colonnello Andrea Tesi, comandante del Primo Gruppo della Guardia di Finanza di Venezia, per quanto riguarda l'attivita' nelle ultime settimane a contrasto del lavoro nero nella sua zona di competenza.
Lo stesso comandante delle Fiamme Gialle ha aggiunto che: “In un altro laboratorio, sempre gestito da un cinese, abbiamo trovato delle telecamere che riprendevano i locali dove lavoravano i dipendenti, e filmavano ogni loro mossa, anche quando andavano in bagno. Pause che erano strettamente regolamentate e per le quali dovevano chiedere ogni volta il permesso. In pratica, erano trattati quasi come degli schiavi. L'imprenditore è stato denunciato per violazione delle norme sulla privacy. I nostri controlli continuano senza sosta per punire chi viola la legge e proteggere chi invece rispetta le regole e si trova in una situazione di difficolta' anche a causa di chi non le rispetta: ci sono tanti imprenditori stranieri in regola e che rispettano le leggi”.

4-12-2013

 

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