Tessile, abbigliamento, prodotti in cuoio sono i settori in cui nonostante tutto l’Italia resta prima della classe o almeno lo è stata nel 2014.
L’International Trade Centre, l’agenzia congiunta di Unctad e Wto, ha infatti elaborato il Trade Performance Index, secondo il quale l’Italia ha consolidato tutti i suoi migliori piazzamenti nell’indice di competitività del commercio mondiale, risultando il Paese più competitivo al mondo in 3 settori e il secondo in 5.
Tessile, abbigliamento e prodotti in cuoio sono i tre settori in cui l’Italia si conferma come il Paese più competitivo, grazie soprattutto al design e all’alto di gamma; mentre il nostro Paese si piazza secondo per i settori dei manufatti di base (metalli e prodotti in metallo, ceramiche, ecc.), meccanica non elettronica, apparecchi elettrici, mezzi di trasporto e manufatti diversi (tra cui occhiali, articoli in plastica, gioielleria).
Una performance complessiva che fa sì che l’Italia nel 2014 si sia piazzata seconda solo dopo la Germania (che vanta ben 8 primi posti e 1 secondo posto). Una tendenza positiva che si è consolidata negli ultimi anni, dato che nel 2011 l’Italia vantava già 3 primi posti (tessile, abbigliamento, cuoio) e 3 secondi posti (manufatti di base, meccanica non elettronica, manufatti diversi).
Complessivamente gli 8 settori in cui l’Italia è prima o seconda per competitività nel commercio mondiale, più gli alimentari trasformati dove si piazza sesta, nel 2014 hanno rappresentato per il Paese un export di 390 miliardi di dollari e un surplus di bilancia commerciale di 154 miliardi, poco meno della metà dei quali assicurati dalla meccanica (72 miliardi).
Cifre positive che dimostrano come, nonostante la burocrazia,le inefficienze, la tassazione, le aziende del made in Italy sappiano superare ostacoli di ogni tipo, anche se a caro prezzo in termini di minori guadagni.