Sono impietosi, e non poteva essere altrimenti, i numeri finali di The Fairyland for Fashion, le fiere parigine di Messe Frankfurt dello scorso febbraio. I sei saloni hanno raccolto in tutto 7109 visitatori, con un calo del 49% rispetto all’edizione invernale del 2019: ovviamente sono cifre che non fanno testo ed anzi rendono quasi onore alla scelta coraggiosa degli organizzatori di aprire comunque le porte di Le Bourget nonostante le infinite difficoltà e preoccupazioni di quei giorni, legate al coronavirus e a una situazione internazionale che poi si è ulteriormente aggravata.
Il 50% degli espositori previsti non è neppure riuscito a lasciare la Cina e arrivare a Parigi, sostituiti in alcuni casi dagli agenti europei, ma tanti sono stati gli stand lasciati malinconicamente vuoti.
Quello che c’è stato è stato comunque apprezzato dai visitatori, confermando la bontà della scelta degli organizzatori, fatta dopo aver consultato le autorità sanitarie francesi. “I saloni – dice Michael Scherpe, presidente di Messe Frankfurt Francia – si sono svolti in circostanze molto particolari. I principali partner cinesi hanno segnalato la disponibilità a rinnovare la loro fiducia in noi confermando che torneranno sicuramente a settembre. Ancora una volta il settore dimostrerà la capacità di recupero e professionalità e, dopo la scelta di percorsi alternativi per l’approvvigionamento di tessuti e materie prime e per garantire le forniture, saranno velocemente ripresi i percorsi abituali. E’ questo il motivo che ci fa credere che la sessione di settembre sarà molto positiva per gli affari”.
Per Apparel Sourcing Paris, Avantex Paris, Leatherworld Paris, Shawls&Scarves Paris, Texworld Paris e Texworld Denim Paris si tratta quindi di archiviare questa edizione, che rimarrà a suo modo storica sia pure per motivi nefasti, e guardare con fiducia al prossimo futuro.