Torna a sventolare il verde-bianco-rosso a Chic, a distanza di anni dall’ultima presenza italiana alla fiera dell’abbigliamento di Shanghai. Un piccolo ma significativo Italian Pavillon colora con il tricolore la hall 2.1, con un manipolo di aziende (si contano sulle dita di una mano) presenti con piu’ brand e collezioni.
C’e’ , ed e’ un ritorno, Fabio Sopranzetti col suo marchio di accessori Franco Giazzi, che pare aver fatto l’apripista per gli altri: “Per ora siamo questi – dice – ma sono sicuro che aumenteremo gia’ a marzo. Siamo tornati grazie a contatti locali e collaborazioni sperando di riportare tutto alla situazione pre Covid, quando la fiera aveva una sua ottima funzione. Di certo il primo approccio non e’ al livello di cinque anni fa ma sappiamo che il mercato e’ fermo ma abbiamo il vantaggio di proporre il vero made in Italy con materiali pregiati e questo e’ il nostro valore aggiunto, perche’ ormai sul piano della qualita’ delle borse e degli accessori i cinesi hanno raggiunto ottimi livelli”.
Debutto assoluto invece per Mauro Iore, della lombarda Confabi, presente con la linea Blanca Luz, che si aggiunge a Maesta: “Siamo qui per affacciarci a una nuova esperienza – dice – senza eccessive pretese. Vogliamo capire cosa chiede questo mercato pur proponendo una fascia di prezzo medio-alta. Stiamo cercando nuovi mercati, dopo aver scoperto di recente il Kazakistan, e vedremo cosa succedera’. Ho solo un po’ di timore di essere copiato e sto valutando se inviare o meno i cataloghi che ci vongono richiesti ma producendo solo made in Italy conto sulla qualita'”.
Due anche i brand per Raffaele Vedani, un consulente che e’ stato presente a Chic gia’ ai tempi di Pechino e che torna in fiera dopo il Covid: Cinzia Caldi e Fabio Toma i marchi nello stand. “Avevo gia’ clienti prima della pandemia – spiega – ed ora che siamo tornati li ho ricontattati. Questo e’ un mercato che era gia’ un po’ in calo prima del Covid ma aperto a collaborazioni valide, come successo nel caso della stampa su alcuni prodotti. Vista la tensione con gli Usa i clienti cinesi potrebbero guardarsi intorno e con la presenza alla fiera dimostriamo che ci siamo anche noi”.
Spirito da pioniere per Carlo Secca, export director di Confezioni Pango, storico produttore bresciano che propone anche il brand Ten Ways Tobe, che ha gia’ oltre 150 clienti in Italia: “Siamo i primi a Chic nel post Covid – spiega – ma sappiamo che c’e’ interesse e curiosita’ intorno al made in Italy. Cosi’ mentre i mercati abituali non ci fanno stare troppo tranquilli cerchiamo alternative in una fascia di prezzo che in Italia e’ considerata premium. In Cina siamo al primo contatto ma abbiamo gia’ agenti in Russia, nel Regno Unito e in Spagna”.