UK, un mercato da riscoprire e reinterpretare

In una Londra che ha accolto gli espositori ed i visitatori della The London Textile Fair con un cielo plumbeo e grigio come nelle migliori tradizioni degli inverni inglesi (salvo poi virare verso un azzurro molto mediterraneo nel primissimo pomeriggio) le aziende italiane cercano una strada da percorrere nella giungla del mercato britannico.

Quello che una volta era un contesto quasi immobile ed un mercato che garantiva ordini importanti è diventato più volubile ed anche i grandi player del recente passato sono (alcuni) ormai un ricordo. Alcuni grandi magazzini hanno tirato giù le serrande, spazzati via da sogni troppo ambiziosi e progetti esagerati (ovvero troppi negozi aperti): la Brexit sembra non entrarci niente, visto che eventuali effetti dell’uscita dall’Europa arriveranno solo in futuro, ma quello che è certo è che la fascia di prodotto medio-bassa si è ristretta e i competitors sono aumentati, turchi in primis, anche alla fiera in svolgimento a Islington.

“Dobbiamo posizionarci su una fascia medio-alta dimenticando quello fatto finora – dicono allo stand di Seterie Argenti – aumentando creatività e qualità. In ogni caso per noi quello britannico è un mercato marginale e non incide troppo sul fatturato”.

Una strada che potrebbe piacere è quella di Texpremium, la fiera dedicata alla fascia di mercato più alta in arrivo nel prossimo giugno e organizzata sempre da Textile Events: c’è da capire quante aziende italiane la imboccheranno.

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